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VERBANIA – 29.06.2017 – La razionalizzazione

della rete di Veneto Banca e la chiusura di 600 sportelli in tutta Italia significa, per Verbania e per il Vco, un enorme punto interrogativo anche sul numero di posti di lavoro a rischio. La questione esuberi è uno dei primi temi nell’agenda di Intesa, che ha già reso noto il numero dei dipendenti in eccedenza: 3.900. Queste fuoriuscite, da concretizzare in due anni, sono l’oggetto delle discussioni iniziate in queste ore – anche con i sindacati – e che proseguiranno non per troppo tempo perché l’obiettivo della banca è di definirle prima dell’estate, meglio se entro luglio. La prima formula di uscita dei bancari è il prepensionamento volontario. E sarebbero circa mille coloro che, provenienti dalle venete, hanno già maturato i requisiti di anzianità, lavorativa e anagrafica, per accedere a questo incentivo. Intesa punta a chiudere subito con loro, per poi valutare le altre 2.900 posizioni e studiare un piano di esuberi da attuare anche in più annualità.

C’è poi il più ampio capitolo dell’integrazione delle due banche e della ristrutturazione del nuovo soggetto. Laddove, come a Verbania, esistono particolari servizi decentrati, bisognerà valutare se e come mantenerli. Al netto degli operatori di sportello e dei direttori, insomma, bisogna capire se ci sarà una contrazione dei posti di lavoro, assorbibile, o trasferendo il personale in servizio nel Vco che non serve, o accelerando nei prepensionamenti.