TORINO – 08.07.2017 – I famigliari chiedono
di vederci chiaro e presentano un esposto. È arrivato alla Procura di Torino il “caso” dell’aronese Luigi Dilonardo, detenuto aronese deceduto nel carcere Lorusso Cotugno di Torino il 13 febbraio scorso. La sua morte, certificata dai medici come conseguenza di un arresto cardiaco, era stata segnalata come un caso di "malasanità in carcere" da alcuni detenuti, che s’erano rivolti alla trasmissione “Radio Carcere” di Radio Radicale consegnando una lettera in cui si segnalava come l’uomo, che aveva 47 anni e soffriva di gravi disturbi cronici, da due giorni lamentava forti dolori che sarebbero stati ignorati da tutti. La notizia aveva raggiunto le pagine dei media nazionali il mese scorso, e ha indotto la famiglia a un approfondimento. Nei giorni scorsi è stato depositato in Procura un voluminoso esposto che raccoglie anche le informazioni cliniche del paziente.
L’odissea medica di Dilonardo inizia nella casa circondariale di Pallanza, dove entra nel 2014 per un cumulo pene di reati di lieve entità e, dopo una parentesi ai domiciliari, ci finisce di nuovo a fine 2016 accusato di evasione. In via Castelli si sente male l’11 febbraio, le sue condizioni si aggravano, e per lui si dispone il trasferimento a Torino e il ricovero nel reparto detenuti dell’ospedale Le Molinette. Tappa intermedia di questo trasferimento è il Lorusso Cotugno, al cui interno l’aronese è colto da infarto e muore il 13 febbraio, poche settimane prima che finisse di scontare le pene residue. Per la direzione del carcere l’intervento medico è stato appropriato. Ma la famiglia chiede chiarezza perché già in passato le gravi condizioni di salute di Dilonardo avevano spinto il suo avvocato a chiedere misure alternative al carcere, non ancora discusse tra le lungaggini burocratiche al tribunale di Sorveglianza.