VERBANIA – 19.072017 – Se non fosse che la notizia
delle dimissioni dell’assessore a Turismo e Cultura Monica Abbiati dà un’immagine negativa alla giunta verbanese (4 assessori sostituiti su 6 in tre anni, cui s’aggiungono 2 presidenti del Consiglio comunale dimissionari) e provoca fibrillazioni politiche nella maggioranza, Silvia Marchionini sarebbe rilassata. Perché l’addio con polemica di Abbiati – non un fulmine a ciel sereno, ma una decisione che si trascinava almeno da un mese – chiude un rapporto logoro da tempo e ormai quasi inesistente. Se la dimissionaria parla di mancanza di fiducia e di scarsa collaborazione, il primo cittadino tira dritto per la sua strada, come già aveva fatto in passato, cioè liquidando chi se n’era andato con un giudizio negativo. Damiano Tradigo, il primo a lasciare nel 2014, fu definito uno che non reggeva la pressione; Abbiati, invece, è stata bollata come spesso assente.
La perdita dell’unico assessore tecnico, che il Pd ha definito – parole del segretario cittadino Nicolò Scalfi – un “pezzo importante” della giunta la cui fuoriuscita deve innescare una riflessione-dibattito sulla condivisione e sul gioco di squadra, non sposta gli equilibri di una giunta in cui sul sindaco si accentrano tutte (o quasi) le decisioni, la visibilità ma anche la responsabilità. Come per la gestione del Cem, poi teatro “Maggiore”, dalla quale Abbiati – ma poi anche Cinzia Vallone, che deteneva una delega specifica nella fase di start-up – è stata estromessa quasi subito da Marchionini. Illuminante, in questo senso, l’aneddoto del 2016 legato alla visita verbanese della futura direttrice artistica Renata Rapetti, che avrebbe dovuto incontrare al teatro Marchionini, Vallone e Abbiati. Tardando quest’ultime, il primo cittadino invitò a chiudere il cancello prima che cambiassero idea.
Il “Maggiore” – e questa è quasi una certezza in vista del rimpasto – rimarrà una delega del sindaco, che per il sostituto di Abbiati annuncia con certezza il sesso – “sarà un uomo” –, ma non si sbilancia sul nome. La sostituta ideale, anche perché vicina a Marchionini, con un passato da assessore e già coinvolta nell’attuale gestione del teatro, pareva Rita Nobile, le cui quotazioni sono in ribasso. C’è anche la possibilità della nomina di Giovanni Battista Margaroli, fondatore di LetterAltura, attuale membro del cda del Museo del Paesaggio (nominato dal prefetto), e dato come uno dei papabili alla presidenza della futura Fondazione del “Maggiore”. Margaroli, che ha anche il vantaggio di essere iscritto al Partito democratico (è tra i fondatori provinciali) e di avere buoni rapporti con la segreteria, nel 2014 era in lizza per la poltrona che poi Marchionini diede a Abbiati. Una terza soluzione, da non sottovalutare, riguarda un nome esterno alle logiche di partito ma gradito al sindaco da attingere tra alcuni profili di personaggi del mondo dell’associazionismo e del commercio cittadino.
La decisione non è comunque immediata perché, prima di qualsiasi decisione, ci dovrà essere un confronto con il Pd in un incontro che si terrà probabilmente nel fine settimana.