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VERBANIA – 29.07.2017 – Ha patteggiato in fase di indagini

una pena di tre anni, sei mesi e ventuno giorni, e da stamane è un uomo libero. Davide Zenoni, uno degli indagati dell’operazione “Cash for crash” con cui Polstrada e questura hanno scoperto una serie di truffe alle assicurazioni per finti incidenti stradali e la commercializzazione di auto rubate e reimmatricolate, ha definito la sua posizione con la giustizia. I suoi avvocati Paolo Patacconi e Riccardo Sappa hanno concordato la pena con la Procura che, per effetto del periodo trascorso agli arresti domiciliari, rientrando la stessa sotto i tre anni, permette a Zenoni di evitare ulteriori giorni di carcere oltre ai 15 passati nella casa circondariale di Pallanza a gennaio, tra l’arresto e la conversione della misura nei domiciliari (proseguiti poi sino a oggi) disposta dal gip.

Zenoni, imprenditore omegnese titolare di un’officina e un salone d’auto, faceva parte di un gruppo di persone che s’accordavano per finti incidenti e finte riparazioni in modo da mettere in carico le spese alle compagnie di assicurazione. Indagando su questi fatti, la polizia aveva scoperto il più grave reato di riciclaggio, cioè il commercio di vetture rubate, di cui sono accusati – oltre al cusiano – i fratelli Antonio e Carmelo Stuppino e Andrea Pirozzini, tutti e tre di Gravellona Toce. Carmelo era stato rimesso in libertà per motivi di salute sin da subito, Antonio e Pirozzini sono stati scarcerati nei giorni scorsi su disposizione del giudice, poco prima che scattasse la decorrenza dei termini. Tutti hanno ricevuto dal sostituto procuratore di Verbania Sveva De Liguoro l’avviso di chiusura indagini, che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio e che li pone nella condizione di aver accesso agli atti d’indagine, di presentare memorie o di essere nuovamente interrogati. L’eventuale rinvio a giudizio – non ancora richiesto – sarà discusso di fronte al gup, quando gli indagati potranno scegliere e formalizzare riti alternativi. I fratelli Stuppino sono difesi dall’avvocato Gabriele Pipicelli, Pirozzini dall’avvocato Costantino Ricci del foro di Milano.

L’inchiesta potrebbe non esaurirsi a Verbania, ma avere un secondo filone nel Lazio, luogo in cui le vetture “riciclate” (una ventina) sono state rubate e avviate, dopo reimmatricolazioni e con la frode, di nuovo al commercio.