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VERBANIA – 27.06.2015 – Un velo di critica,

un pizzico di rimpianto, un arrivederci freddo e accomodante. Dopo sei giorni di gestazione, la risposta politica del Partito democratico all’uscita dalla maggioranza di Sinista Unita è un documento tutt’altro che dirompente, che non entra nel merito delle obiezioni sollevate e che suona un po’ come una presa d’atto nemmeno troppo travagliata. La sostanza è: era inevitabile, peccato, ci dispiace, grazie, teniamoci in contatto.

Nel documento firmato dal gruppo consiliare si ammette che l’addio di Vladimiro Di Gregorio “palesa tristemente una rottura che era nell’aria dai primi passi di questa nuova amministrazione”. Una frattura iniziata in campagna elettorale con il primo avvicinamento di Sinistra Unita a Carlo Bava, la virata verso il Pd dopo il no di Bava alle primarie e il caldo invito democratico a limitare a una le liste di sinistra. Una frattura proseguita con l’esclusione dalla giunta che ha determinato, di fatto, la sostanziale indipendenza di Di Gregorio, che sovente ha votato contro la maggioranza su temi che riteneva “di sinistra” gestiti non da forze “di sinistra”.

“Eppure come gruppo, nei mesi passati, della proposta non abbiamo ricevuto nulla mentre abbiamo solo osservato lo smarcamento progressivo che Sinistra Unita segnava rispetto all’operato dell’amministrazione ed alle posizioni della maggioranza”, scrive il Pd che parla di “punti di vista lontani tra loro”, mai superati per colpa di Di Gregorio per la mancanza “di una proposta operativa relativa alle proiezioni politiche disegnate da Sinistra Unita”.

Il rammarico democratico è per “la fine di una intesa che sembrava recuperata durante la campagna elettorale”. “Dispiace che un percorso quale quello di un centro sinistra unito si dimostri ogni volta più complesso”.

Oltre il dispiacere c’è l’esigenza “di dare una risposta concreta ai bisogni dei cittadini” da parte della maggioranza per cui “non ci resta quindi che prendere atto della fine di un percorso e salutare un gruppo a cui va rispetto, convinti come siamo che la strada della responsabilità del governo della Città sia fatta di scelte  concrete rispetto alle quali confermiamo l’ascolto di quanto dovesse giungere da Sinistra Unita”.

L’impressione è che il divorzio non dispiaccia a nessuna delle due parti. E che, forse, sollevi il Pd da un problema che era tale solo all’apparenza perché nella sostanza dei numeri, con il suo solo voto e nessun assessore di riferimento, Di Gregorio è sempre stato marginale nella maggioranza verbanese.