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CANNOBIO – 03.08.2017 – Parole, parole… era il ritornello

con cui Mina cantava un amore disilluso, spento, e una storia fatta d’un sentimento solo espresso e mai vissuto. Ma è anche lo slogan che ben fotografa, quarantacinque anni dopo quel successo discografico, il rapporto tra i sindaci dell’alto Verbano e il governo – segnatamente il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. È a lui, e alla pletora di uffici e dipartimenti che gli fanno da schermo, che i primi cittadini dei comuni che si affacciano sull’arteria internazionale hanno scritto nei giorni scorsi una dura lettera di richiamo agli impegni istituzionali assunti in aprile. Nei giorni successivi alla frana di Cannobio che il 18 marzo provocò la morte del motociclista svizzero Roberto Rigamonti, il dibattito sulla sicurezza della 34 fu di grande attualità. Anche la Confederazione Elvetica intervenne chiedendo chiarezza e, sull’onda emotiva dell’emergenza, ci fu un incontro istituzionale a Torino in cui il ministro, insieme alla Regione e agli altri sindaci, concordarono di redigere un accordo di programma per programmare i lavori indispensabili a rendere la strada sicura. L’alto Verbano stette ai patti, riunì ingegneri e geologi (anche di Regione e Anas) e stilò un piano di massima che fu inviato a Torino e a Roma. Da allora, però, più nulla s’è saputo e l’emergenza 34 è diventata silenzio.

“Ho scritto, a nome mio e dei miei colleghi, e ho telefonato agli uffici più volte senza ricevere risposta – dice il sindaco di Cannobio Giandomenico Albertella –. Il nostro dossier è stato finito il 22 maggio e trasmesso a inizio giugno. Da allora i solleciti scritti sono stati sette e ho telefonato ogni due giorni. Indietro mi è tornata solo la risposta che la strada era stata riaperta in aprile, come se fosse una novità, e che erano stati stanziati 12,8 milioni, peccato che fossero per lavori già programmati e che sono in via di completamento. Mi hanno anche spiegato che sono in corso valutazioni sul rapporto tra costi della messa in sicurezza e benefici. Sono allibito perché la sicurezza e la vita delle persone non sono un beneficio quantificabile. Da quarant’anni non si effettuano interventi seri e credo che i sindaci e i cittadini delle nostre comunità abbiano il diritto di ottenere risposte dal governo. Abbiamo chiesto che il ministro ci convochi e dia seguito alle promesse firmando l’accordo di programma e impegnando le risorse economiche necessarie”.