VERBANIA – 08.08.2017 – Ciao ciao
alla Camera di commercio. Alla fine, nonostante annunci, promesse e proteste (peraltro poche e blande) il Vco perde il suo ente camerale. Con la firma apposta ieri dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda al decreto di riordino del sistema nazionale, la “dieta” da 95 a 60 enti, la Provincia Azzurra è finita accorpata con il quadrante del Piemonte settentrionale composto da Biella-Vercelli (già unite) e Novara, con Vercelli che avrà la sede legale. L’esito pareva scontato, soprattutto dopo che a maggio, nel tavolo tecnico tra le Camere di commercio piemontesi, s’era delineata la strategia che vedeva il Vco soccombere, alla faccia della sbandierata “specificità montana”. Era stato il parlamentare locale Enrico Borghi, esponente del Pd e della maggioranza di governo, a garantire già nell’aprile del 2015 che nulla sarebbe cambiato grazie proprio alla specificità del Vco (e di Sondrio e Belluno) recepita dal governo. Quando, però, le cose si sono messe male e l’accorpamento sembrava inevitabile, la replica delle istituzioni è stata una lettera di protesta della Regione (presidente Sergio Chiamparino, vicepresidente Aldo Reschigna) e il comunicato stampa dell’onorevole Borghi di denuncia di “manovre oscure e di corridoio”, interventi che non sono riusciti a frenare la riforma e l’accorpamento.
A decreto approvato, ora parte la seconda fase del progetto. I vertici delle Camere di commercio soppresse saranno commissariati e i commissari ad acta gestiranno la razionalizzazione dei servizi. Resta da capire se, quanti, quali – e con quanti addetti – servizi resteranno sul territorio, disponibili nella sede di Villa Fedora che è stato annunciato resterà aperta.