VERBANIA – 10.08.2017 – Ci sono voluti due anni
solo per il giudizio di primo grado, ma una risposta è arrivata e è stata quasi del tutto favorevole ai ricorrenti. Ieri la prima sezione del Tar Piemonte ha pubblicato la sentenza con cui boccia la parziale chiusura degli uffici postali montani di Macugnaga, Miazzina, Cossogno, Premeno, Antrona Schieranco e Bee e annulla le decisioni del piano di razionalizzazione degli uffici con cui Poste Italiane, nella primavera 2015, aveva introdotto l’apertura a giorni alterni in queste località.
La protesta dei comuni montani, oltre che sul piano politico, era sfociata in un ricorso al Tar andato per le lunghe anche per la richiesta presentata dai giudici all’azienda di integrare le proprie osservazioni con una relazione sull’economicità dei tagli e sui servizi sostitutivi e aggiuntivi offerti agli utenti a compensazione del disagio.
In sostanza i comuni puntavano sull’universalità del servizio postale, sui doveri dell’azienda – concessionaria di un monopolio – di raggiungere elevate percentuali della popolazione, sulle lunghe distanze tra gli uffici chiusi e quelli “a tempi pieno”, parametri codificati in direttive europee, leggi, contratti e delibere dell’Authority.
Il collegio presieduto da Domenico Giordano ha valutato i casi uno per uno, rilevando che per Macugnaga, Cossogno, Bee, Antrona Schieranco, Miazzina e Premeno le riduzioni d’orario sono illegittime perché non tutelano gli utenti, essendo gli uffici più vicini distanti più dei 3 chilometri (peraltro di strade montane) ammessi come soglia massima di tolleranza.
Niente da fare invece per Stresa, che chiedeva lo stesso provvedimento per l’ufficio della frazione Carciano, che Poste Italiane ha soppresso e che resterà chiuso perché Stresa è un comune “parzialmente montano” e al suo interno ha un altro ufficio.
La sentenza non cancella l’intero piano di razionalizzazione, che quindi resta vigente, e per Poste Italiane è un vantaggio non di poco conto dal momento che – sempre che non ricorra al Consiglio di Stato – dovrà intervenire solamente nei casi dei comuni che hanno presentato ricorso (chi non l’ha fatto non può più farlo).