TORINO – 11.08.2017 – Sarà la Procura di Torino
a indagare sul nuovo numero unico d’emergenza. Nei giorni scorsi, soprattutto dopo la morte di un adolescente avvenuta nell’Alessandrino, il sindacato regionale dei vigili del fuoco ha depositato un esposto in cui illustra, con casi specifici e citando statistiche, i motivi per cui l’adozione del 112 e della centrale operativa unica abbia creato problemi e ritardi nel prestare soccorsi a persone in difficoltà. Come a Leonardo Pecetti, 10 anni, annegato il 28 luglio nell’Alessandrino. I vigili del fuoco lamentano di essere stati mobilitati un quarto d’ora dopo la prima telefonata, indirizzata subito al 118 e al personale medico, impossibilitato per attrezzatura e preparazione a soccorrere il bimbo il cui piede era rimasto incastrato tra i sassi del letto di un torrente, dove ha trovato la morte per annegamento. Questo caso non sarebbe l’unico perché – sostiene il sindacato dei pompieri – ci sarebbero almeno altri 5 episodi (su 12 chiamate tra aprile e agosto) nei quali la priorità di intervento è stata assegnata al 118 quando in realtà sarebbero dovuti intervenire i vigili del fuoco.
Ricevute le carte il Procuratore aggiunto Patrizia Caputo ha aperto ieri un fascicolo contro ignoti, che contiene solo ipotesi di reato e che sarà approfondito attraverso atti di indagine da avviare nelle prossime settimane. Verranno acquisiti gli atti, le telefonate e i tabulati e verranno interrogate le persone coinvolte nella gestione del numero unico di emergenza.