TORINO – 20.08.2017 – Il riscaldamento globale
che scioglie e erode i ghiacciai, la siccità alternata a forti e brevi temporali, ma anche l’intensivo prelievo di acqua a fini idroelettrici e agricoli. Sono questi i fattori che inducono Legambiente Piemonte a lanciare l’allarme sullo stato dei corsi d’acqua della regione. La fase più siccitosa dell’estate 2017 pare alle spalle eppure gli ambientalisti ricordano che bisogna tenere alta l’attenzione. E non solo perché sulle Alpi in 150 anni l’innalzamento medio della temperatura è stato di 2° C, ma anche perché lo sfruttamento idroelettrico dei corsi d’acqua sta proliferando a dismisura. Secondo Legambiente il 44% dei fiumi piemontesi “non raggiunge il buono stato ecologico previsto”. “Le cause sono da cercare anche nei troppi prelievi idrici – afferma l’associazione – ad uso agricolo e idroelettrico. È quindi indispensabile una moratoria su questo tipo di impianti e un rafforzamento dei controlli sulle captazioni idriche esistenti e sul rispetto del deflusso minimo vitale dei fiumi, così come sarebbero da incrementare i misuratori di portata sulle prese d'acqua”.
Stop alle mini o microcentrali, ma anche investimenti su quelle più grandi: “Nelle centrali più antiche è fondamentale realizzare interventi capaci di migliorarne notevolmente l'efficienza e ridurre l’impatto sui bacini idrografici”.