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VERBANIA – 30.06.2015 – Li hanno curati, aspettati
e quando sono ripartiti li hanno arrestati. Si trovano nelle case circondariali di Verbania, Novara e Vercelli i nove componenti della banda dell’alluminio, autori di ripetuti furti alla Raffineria metalli Cusiana di Fondotoce e, probabilmente, di altri colpi messi a segno sul territorio e fuori provincia.
Sono tutti cittadini romeni, senza fissa dimora ma operanti in Lombardia. Hanno tra i 24 e i 45 anni e i loro nomi sono: George Dursan, Florin Dursan, Cornel Dudea, Constantin Crecia, Marius Koble, Gigi Ionut Velea, Doru Florin Tranca, Ionel Mustata e Marius Ciprian Linca.
Stamane in una conferenza stampa in questura il capo di gabinetto Giovanni Pappalardo e il dirigente della Mobile Cristiano D’Attino hanno illustrato i risultati dell’operazione “pit stop” che, condotta dieci giorni fa, ha permesso di arrestarli in autostrada, in flagranza di reato e con accuse pesanti: furto aggravato in concorso, associazione a delinquere, ricettazione.
Da tempo la fonderia verbanese è preda dei ladri, che sfruttano l’ampia recinzione per intrufolarsi all’interno e portar via barre o noci di alluminio semilavorate. È accaduto in passato ma era accaduto anche a inizio giugno. Dal sopralluogo della polizia scientifica erano emerse sulla ciclabile che scorre tra lo stabilimento e il fiume, le tracce del passaggio dei camion utilizzati per i furti. La Mobile, convinta che il colpo si sarebbe ripetuto a breve – questo il modus operandi utilizzato dalla banda anche in altre località – ha predisposto una trappola. Già tra venerdì e sabato sera sono sparite diverse tonnellate di metallo (valore commerciale: 17.000 euro circa). L’analisi dei filmati delle telecamere ha permesso di pianificare l’arresto.
I nove sono arrivati a Verbania con un’auto, una Renault Espace sulla quale sono tuttora in corso accertamenti per capire di chi sia e chi ne abbia la disponibilità; e due autocarri, uno bianco, l’altro blu, rubati qualche giorno prima nel Bresciano. I ladri hanno condotto i mezzi sulla ciclabile e, tra le 22 e le 3 di notte, hanno fatto la spola tra il piazzale, la recinzione e i mezzi stipandoli di alluminio, caricando 10 tonnellate per 20.000 euro. Poi sono partiti alla volta dell’A26, con l’Espace a fare da apripista. Prima della barriera del Lago Maggiore un furgone ha accostato in una piazzola dove erano nascoste taniche di gasolio (da qui il nome dell’operazione, pit stop). A quel punto è intervenuta la polizia. Con la collaborazione della Stradale di Romagnano, di Verbania e Domodossola, tutti e tre i veicoli sono stati bloccati e gli occupanti arrestati.
“Era una banda molto organizzata – ha spiegato l’ispettore superiore Franco Negri, che dirige la sezione furti e rapine della Mobile –, ciascuno aveva compiti precisi. In poche ore hanno riempito i camion e sono ripartiti”.
“Le indagini proseguono per capire quale fosse la loro meta, dove volessero fondere l’alluminio – ha aggiunto l’altro ispettore superiore della Mobile, Marco Mercurio –. A loro potrebbero essere ricondotti anche altri furti”.
“Devo elogiare il lavoro di squadra dei miei uomini”, ha concluso D’Attino. “Hanno svolto un eccellente lavoro e concluso una brillante operazione”.