TORINO - 01.07.2015 - Si è svolto ieri a Torino il processo d'appello che vede imputato di don Marco Rasia, già responsabile degli oratori di Castelleto Ticino e di Omegna, arrestato nella primavera di due anni fa con l'accusa di presunte molestie sessuali nei confronti alcuni giovani. Gli episodi contestati a Don Marco riguarderebbero in particolare il periodo trascorso a Castelletto Ticino. La sentenza attesa già al termine dell'udienza di ieri è stata invece rinviata a martedì prossimo. Nel corso del dibattimento il procuratore generale di Torino,Gianfranco Burdino,ha chiesto una condanna di 5 anni invece dei 6 disposti nel processo di primo grado, riconoscendo alcune attenuanti e l'impegno e le attività legate ad alcuni servizi socialmente utili che don Marco, attualmente ospitato in una comunità religiosa, sta svolgendo a Milano dove sta altresì proseguendo i suoi studi per il conseguimento di una seconda laurea.
L'avvocato della difesa Cosimo Palumbo, in un appassionato intervento di oltre 4 ore, avrebbe smontato pezzo dopo pezzo tutti gli elementi, le circostanze e gli episodi contestati dall'accusa. Al di la di alcune indiscrezioni riportate da vari organi d'informazione infatti, don Marco avrebbe mai ammesso alcuna colpa, respingendo sempre tutte le accuse.
Il quadro accusatorio era stato disegnato attraverso le testimonianze di alcuni ragazzi, pressoché tutti minorenni all'epoca dei fatti contestati. Nella fattispecie erano 7 i principali accusatori del sacerdote, che all'inizio del processo si erano tutti costituti parte civile; in queste ultime fasi del procedimento penale è rimasta un'unica parte civile rappresentata dall'avvocato Giulia Vistoli e che coinvolge un ragazzo di 23 anni il quale tra l'altro avrebbe chiesto un risarcimento di alcune centinaia di migliaia di euro. Le altre parti civili hanno fatto tutte un passo indietro.
Cresce quindi l'attesa per la conclusione del processo d'appello prevista appunto per martedì prossimi, salvo ulteriori sorprese e sospensioni.