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VERBANIA – 09.09.2017 – È andato a un consorzio
di aziende di Torino, che ha offerto un ribasso del 34,55%, l’appalto per i lavori di adeguamento del teatro “Maggiore” di Pallanza alle norme antincendio. Si tratta dei “famosi” interventi prescritti dal comando regionale dei vigili del fuoco per superare la deroga concessa l’anno scorso (e rinnovata due mesi fa proprio confidando nei tempi brevi dell’appalto) e rilasciare il cpi – certificato di prevenzione incendi, che a oggi manca.
I lavori
Il cantiere durerà 90 giorni, di cui 83 per il trattamento dei nodi strutturali che sorreggono il guscio di metallo e che, grazie a particolari prodotti, vedranno la resistenza al fuoco salire a 45’. Gli altri principali interventi sono l’installazione di una rete di sensori antincendio e di sprinkler (bocchette per l’acqua) nel “guscio”.
Il cpi, le polemiche e i progetti
S’è molto discusso, anche ferocemente, sulla sicurezza del teatro “Maggiore”, e del perché una struttura nuova abbia dovuto ottenere una deroga e richiedere ulteriori interventi, peraltro costosi. Messe da parte le posizioni politiche e le critiche di alcuni gruppi di minoranza, l’iter della deroga l’abbiamo già spiegato in un articolo del 1° giugno e nelle nostre precisazioni alla replica della giunta – suffragate dai documenti – il giorno successivo.
A distanza di due mesi e mezzo, avendo potuto visionare i progetti e le autorizzazioni e parecchia documentazione, possiamo provare – se non a dare una risposta – a chiarire perché il certificato di prevenzione incendi non ci sia ancora.
Giova in questo senso un breve riassunto. Il “Maggiore”, già Cem, è costruito su quattro “sassi”, gusci di cemento armato rivestiti di metallo sorretto da travi di legno grezzo, raccordati tra loro da un altro elemento di calcestruzzo, quello per intenderci riconoscibile dalla vetrata. La struttura ha tre configurazioni: sala teatrale a gradoni da 572 posti, sala polifunzionale-cinematografica da 500 posti (il foyer) in piano, salone polifunzionale da 995. Le prime due possono convivere, per avere la terza occorre alzare il pavimento della sala teatrale e rimuovere tutte le pareti semoventi.
Questo progetto, redatto dal gruppo Stones diretto dall’architetto spagnolo Salvador Perez Arroyo, in via generale ha ricevuto parere di conformità antincendio l’8 giugno 2011. Già allora prevedeva travi di legno grezzo – quindi non ignifughe e con scarsa resistenza al fuoco – e giunti di metallo dolce. Nel redigere la pratica antincendio, lo specialista di Stones ignorò del tutto il guscio, concentrandosi sui singoli “sassi”, resistenti al fuoco perché di cemento armato. La pratica, vista dal comando provinciale dei vigili del fuoco in sede di conferenza dei servizi, fu ritenuta sufficiente e arrivò il via libera. Nella fase di cantiere, come chiunque ha potuto vedere a occhio nudo, sono state impiegate quelle stesse travi grezze. Il 18 novembre 2015, però, verso la fine dei lavori, vengono trasmesse ai vigili del fuoco le modifiche apportate con il progetto esecutivo e, solo allora, a lavorazioni finite, arriva – la data è il 3 dicembre – una lettera in cui si chiedono integrazioni sulla resistenza al fuoco degli elementi lignei. Il resto della storia, recente, è il progetto di adeguamento e i lavori che inizieranno a breve.