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tribunale verbania generico 1
VERBANIA – 01.07.2015 – A Verbania Kastriot Ndoja veniva

per incontrare la fidanzata, che faceva la barista in un locale di Pallanza. Così hanno raccontato oggi in aula Bledar Cami e Ylber Lekegaj, due dei tre ladri d’auto e d’appartamento che hanno patteggiato (2 anni e 4 mesi l’uno) per la serie di raid messi a segno nel maggio-giugno del 2014 tra Ghiffa, Verbania, Domodossola e altre località del Vco.

Dei quattro identificati (tutti di nazionalità albanese e domiciliati in Lombardia) dai carabinieri e arrestati, oltre ai due già citati e a Emiljano Medhoci, che a sua volta ha patteggiato 1 anno e 400 euro di multa, deve ancora definire il suo conto con la giustizia Ndoja. Secondo l’accusa, sostenuta dal pubblico ministero Anna Maria Rossi, era l’autista della banda, colui che accompagnava gli altri da Milano nel Vco e che li riaccompagnava al ritorno o li scortava in autostrada favorendone il passaggio con il Telepass al casello se erano al volante di auto rubate.

In aula Cami –che parla italiano– e Lekegaj –che ha avuto bisogno dell’interprete– hanno negato che Ndoja fosse loro complice. E anche quando è stato chiesto loro, sia dal pm, sia dal giudice Luigi Montefusco, di chiarire il motivo delle loro “visite” nel Vco e di come lasciassero il connazionale all’oscuro dei furti, hanno fornito versioni “particolari”. Lekegaj ha riferito, per esempio, che erano arrivati a Domodossola (da dove era stata rubata una Mercedes classe E ritrovata poche ore dopo a Pioltello) perché avevano sbagliato strada e che a Ndoja aveva spiegato che sarebbe tornato con quell’auto perché era di un amico al quale avrebbe dovuto restituirla a Milano.

Il giudice, chiariti questi aspetti, ha rinviato la discussione e le conclusioni all’8 ottobre.