VERBANIA – 02.07-2015 – “Colori e storia non si regalano”. Bianco, scritto in nero, lungo una mezza dozzina di metri, legato tra un palo della luce e l’altro e accompagnato da un gemello - “Cercate tutti gli onori ma non conoscete neanche i colori!!!“ -, lo striscione è comparso all'alba sul lungolago di Pallanza, di fronte alla facciata di Palazzo di Città e all’ufficio del sindaco Silvia Marchionini, che lo vede bene dalla finestra.
È questo il messaggio che mandano i tifosi del Verbania al primo cittadino, ma anche a Giuseppe D’Onofrio e alla dirigenza della Virtus Cusio, in procinto di trasformarsi in Virtus Verbania spostando la sede da San Maurizio d’Opaglio a Madonna del Sasso e fissando come campo di gioco lo stadio Pedroli. La firma è "Ultras Verbania", il gruppo di supporter che nel recente passato non è mai stato tenero con la famiglia Montani, accusata di aver lasciato andare alla deriva la società, ma che evidentemente è contrario all’operazione Virtus Verbania.
Tra i tifosi già da qualche giorno serpeggiava il malumore. Molti non hanno digerito il blitz con cui D’Onofrio s’è presentato alla città annunciando il trasferimento della Virtus Cusio, decretando di fatto la contemporanea fine del Verbania, né piace il modo con cui nasce l’operazione, cioè con un escamotage burocratico. Naturalmente c’entrano anche questioni di campanile e d’affetto, perché il Verbania è il Verbania e la Virtus non potrà surrogarlo nei cuori dei tifosi.
Il fatto che il malumore si sfoghi sotto Palazzo di Città è la conseguenza del ruolo che ha giocato il sindaco Marchionini, primo sponsor del progetto Virtus, che s’è spesa in prima persona, anche mediaticamente, e che anche per andare incontro alle esigenze di D’Onofrio ha accelerato la rescissione della convenzione con il Verbania.
D’Onofrio aveva forse messo in conto che l’inizio sarebbe stato in salita. Sperava di chiudere un accordo con il settore giovanile, inglobandolo, ma ha dovuto prendere atto che è nata l’Accademia Verbania. Il patron della Virtus, che non a caso ha scelto un verbanese nel ruolo di direttore generale, ingaggiando Daniele Massoni, ha affidato a questi il compito di riallacciare i rapporti con la tifoseria. E spera, portando in squadra qualche giocatore verbanese – Luca Magni, per esempio – o qualche ex giocatore di nome come dirigente, di rinsaldare un rapporto che inizia un po’ contrastato.