TORINO – 04.07.2015 – Sono stati revocati
dalla corte di appello di Torino cinque degli otto fallimenti decretati nel novembre scorso dal tribunale di Verbania nei confronti delle società facenti capo al costruttore di Verbania Osvaldo Palese.
I giudici si secondo grado si sono espressi sulla Residenza Villa Gavotti srl, su La Vela srl, sulla Palese Gisberto srl, sulla Imco Impresa di costruzioni e sulla Mediterranea. Restano fallite la Intra 22, la Villa Gavotti srl e lo Studio Dpm srl. Il pronunciamento, però, non è stato del tutto favorevole ai ricorrenti perché i giudici, pur revocando il fallimento per difetto di contraddittorio nel giudizio di primo grado, non hanno accettato la richiesta di concordato preventivo, ragion per cui la proprietà ha già presentato ricorso in Cassazione. Va anche detto che su queste società pendono a Verbania altre istanze di fallimento, con altri creditori che si sono già fatti avanti.
Fino a un decennio fa il gruppo Palese era una delle più solide realtà nel settore dell’edilizia, a Verbania e non solo. L’attività imprenditoriale era stata avviata da Gisberto Palese, muratore cottimista emigrato dal sud in Piemonte. Sfruttando il boom edilizio ha creato un’azienda che uno dei figli, l’architetto Osvaldo, ha condotto in continui e sempre più grandi ampliamenti. Solo a Verbania, negli ultimi vent’anni, Palese ha costruito il complesso di via Fornaci (di fronte alla Canottieri Intra), Palazzo Ranzoni, Palazzo Litta e i condomini nella parte est di Intra, tra corso Cobianchi e l’argine. Ha concluso l’acquisto delle ex Autolinee Verbano realizzando Palazzo Giotto in corso Mameli (il palazzo della Tigros, ex Billa). È intervenuto in Castagnola, lato Pallanza, con nuove villette a schiera, ha costruito a Intra tra corso Cairoli e via XXIV Maggio e ha iniziato il parcheggio di via Sanzio che avrebbe dovuto diventare edificio di abitazioni e uffici ma che è abbandonato e in stato di degrado dagli anni ’90. In provincia Palese è stato il promotore del progetto di Villa Mussi a Baveno e del residence Montalbano di Bracchio di Mergozzo, incompleto e abbandonato.
Oltre a possedere numerose proprietà a Gallipoli, in Puglia, Palese ha lavorato e investito fortemente in Liguria. Come nel maxiprogetto di Villa Gavotti, sulle alture di Genova, in frazione Struppa. Un’opera da centinaia di milioni di euro che ha avuto mille difficoltà e che è balzata agli onori delle cronache nazionali per la protesta di un artigiano subappaltatore che minacciava di gettarsi dalla gru se non fosse stato pagato da Villa Gavotti. Per quel maxicantiere Palese ha ricevuto decine di milioni di finanziamenti da Banca Carige, finita al centro della bufera e di un’inchiesta per i “buchi” di bilancio e i prestiti concessi, per così dire, con “generosità”. Contro di lui diversi acquirenti di Villa Gavotti hanno sporto denuncia.