TORINO – 09.07.2015 – Chiamparino salvo, il Pd a rischio.
Il Tar oggi s'è espresso e ha sostanzialmente scongiurato la fine prematura della legislatura, lasciando anche lunghe ombre sul Pd torinese e una coda giudiziaria (amministrativa, quella penale viaggia per conto suo) a ottobre. Per il giorno 29 di quel mese è stata infatti fissata la nuova udienza del Tar Piemonte che oggi ha esaminato i ricorsi elettorali della leghista Patrizia Borgarello contro Sergio Chiamparino e la maggioranza eletta in Regione l’anno scorso. Il nodo centrale sono la regolarità delle firme raccolte a sostegno della lista con cui il Pd ha corso alle Regionali in provincia di Torino eleggendo 8 consiglieri (tra cui il presidente del Consiglio e il capogruppo) dei quali uno è assessore.
Sono stati invece respinti i ricorsi sul listino del presidente, sul Pd di Cuneo e sulla civica del Monviso per la provincia di Torino.
Il dispositivo – per la sentenza ci sarà da attendere una settimana o poco più – è stato pubblicato nel tardo pomeriggio di oggi. Chiuse, salvo ricorso al Consiglio di Stato e diversa decisione, le posizioni più delicate, in particolare quella dl listino di maggioranza, resta il nodo “democratico”.
Se il 29 ottobre verrà esclusa la lista, gli otto eletti a Torino dovranno lasciare e si dovrà ricalcolare la spartizione dei seggi.
Al di là del dato numerico resta quello politico perché un conto sono le decisioni del Tar, un conto le risultanze dell’inchiesta di firmopoli, che potrebbe accertare fatti di rilevanza penale anche imbarazzanti per il partito.
A caldo Chiamparino ha accolto positivamente la decisione del Tar e confermando di voler proseguire con la sua presidenza. Per poter dire di essere riuscito a uscire dalle secche giudiziarie dovrà traguardare anche il 29 ottobre e, quando sarà, anche l’inchiesta che sta conducendo la Procura di Torino.