VERBANIA – 11.07.2015 – Salvezza, iscrizione al campionato e cambio di presidenza.
A meno di quarantotto ore dalla quarta udienza prefallimentare – lunedì mattina nella sezione civile del tribunale – il Verbania calcio annuncia la svolta. Enrico Montani, patron biancocerchiato, poco prima di mezzogiorno ha diffuso ai media una nota ufficiale in cui rilancia: “ci iscriveremo al campionato di Promozione e soprattutto ci sarà un nuovo presidente”. Sempre che, e è egli stesso a premetterlo, “se, come crediamo, lunedì la società non fallisce”.
È prematuro parlare di colpi di scena anche perché, come vedremo, la strada non è affatto in discesa. Certo, però, che questo attivismo degli ultimi giorni mostrato dalla famiglia Montani (il legale rappresentante del club è la moglie Francesca Pangallo), se confermato, rischia di creare una situazione a dir poco ingarbugliata nel pallone cittadino.
Ma andiamo con ordine. Il Verbania lunedì torna in aula dopo che il 13 maggio il giudice s’era riservato di decidere sull’istanza di fallimento presentata da tre creditori per un debito di circa 100.000 euro (un primo rinvio era stato a marzo). Nei giorni successivi la riserva era stata sciolta con il rinvio al 13 luglio, cioè dopodomani.
In questo lasso di tempo i creditori non sono stati pagati e, anzi, il Verbania ha subito due pignoramenti presso terzi – di altri fornitori – per circa 15.000 euro, cioè una parte considerevole del contributo che il Comune deve ancora erogare e che ha “congelato” (tranne per ciò che ha disposto il tribunale con il pignoramento) in attesa di chiarire il contenzioso sull’omologazione del prato misto sintetico dello stadio “Pedroli”. Lunedì al Verbania il giudice ha chiesto un bilancio dettagliato al 30 giugno 2015. Montani conta di salvarsi mettendo sul piatto crediti non riscossi pari alla cifra per cui è esposto. “Ne abbiamo per circa centomila euro – afferma –, sufficienti per evitare il fallimento. Dopodiché ripartiremo perché abbiamo anche i soldi per iscriverci. E ci sarà un nuovo presidente”.
Ammesso e non concesso che lunedì il club biancocerchiato riesca a uscirne indenne e si iscriva – con quale allenatore, staff dirigenziale, giocatori e squadra è tutto da vedere, ma questo è un altro discorso – a quel punto ci sarà l’inevitabile scontro frontale con il Comune e la Virtus Cusio alias Virtus Verbania (il cambio di denominazione e sede, annunciato dal presidente Giuseppe D’Onofrio, non è stato ancora ratificato dalla Figc). L’Amministrazione comunale, con il sindaco Silvia Marchionini in testa, non vuol saperne della vecchia gestione, con la quale ci sono aspri dissidi su manutenzioni, bollette non pagate, stadio non omologato… e con la quale ha chiuso bruscamente i rapporti rescindendo unilateralmente (il Verbania contesta) la convenzione per lo stadio e gli impianti di Possaccio e Renco con un mese di anticipo: il 30 giugno anziché il 31 luglio.
Il “Pedroli” è stato promesso alla Virtus Verbania, anche con esternazioni pubbliche, così come Renco e Possaccio sono stati garantiti all’Accademia Verbania calcio 2015 (l’ex settore giovanile verbanese staccatosi e resosi autonomo). E così come l’alternanza domenicale allo stadio della Virtus è stata assicurata all’Inter Farmaci Group, neopromossa in Prima Categoria e decisa a cessare il suo esilio forzato di due anni fuori città, a Baveno, dove nel frattempo è arrivato anche lo Stresa, rimasto senza casa per l’imminente demolizione del “Forlano” e l’edificazione di un nuovo impianto.
Tre squadre in un solo campo non possono convivere e, se lunedì il Verbania sopravvivesse, tutto si metterebbe in discussione.
È impossibile azzardare una previsione. È tutto nelle mani del giudice, della legge e nelle pieghe di un bilancio, quello del Verbania, che nessuno conosce, almeno nell’ammontare della parte debitoria, che è certamente superiore ai centomila euro di chi s’è costituito in udienza. Al conto vanno sommate infatti le vecchie bollette dell’acqua, del gas (i contatori sono tuttora piombati) e i debiti degli altri creditori che finora non hanno scelto la via giudiziaria. Al di là degli annunci e dei possibili nuovi ingressi societari, le condizioni di salute del Verbania non sono affatto buone.