VERBANIA – 13.07.2015 – Ancora dieci giorni.
É andata parzialmente a vuoto l'udienza prefallimentare del Verbania calcio. Stamane le parti si sono presentate in tribunale di fronte al giudice Massimo Terzi. Per la proprietà, insieme all'amministratore unico Francesca Pangallo, c'era l'avvocato Marco Marchioni, che ha sostituito Mirella Cristina come legale per conto della famiglia Montani. E che ha scelto come linea la richiesta di respingimento del fallimento. Perché, sostiene, non sussistono i requisiti di legge: un fatturato negli ultimi tre anni inferiore ai 200.000 euro annui, un attivo patrimoniale annuo non superiore a 300.000 euro, il debito al di sopra dei 500.000 euro.
Le controparti, l’hotel Due Palme di Mergozzo e le Sabbie industriali di Montegalda reclamano in totale circa 85.000 euro. Pare che, a oggi (così è emerso in udienza), il debito dei biancocerchiati sia di 170.000 euro. Ma il condizionale è d’obbligo perché la situazione contabile del club di via Farinelli è ingarbugliata e l’ultimo bilancio disponibile, depositato alla Camera di commercio (il Verbania è una associazione sportiva dilettantistica ma a responsabilità limitata, una asdrl) risale al 2012. Non è quindi possibile accertare direttamente se i parametri siano stati rispettati. Questa è la ragione per cui il giudice ha concesso al Verbania cinque giorni per mettere insieme la documentazione e per depositarla. A quel punto gli avvocati delle controparti avranno a loro volta cinque giorni per le deduzioni. Dieci in tutto, che faranno slittare il termine del possibile fallimento oltre a quello dell’iscrizione al campionato di Promozione, il cui termine ultimo è venerdì prossimo. “A questo punto – dichiara Montani rompendo gli indugi – ci iscriviamo. Consegneremo le carte e vedremo che cosa accadrà”.
Anche sull’uso dello stadio Pedroli che, a oggi e salvo colpi di scena, è occupato da due club verbanesi (il Verbania dei Montani in Promozione e l’Inter Farmaci in Prima Categoria) e dalla Virtus Cusio in procinto di diventare Virtus Verbania e di trasferirsi dal Lago d’Orta al Lago Maggiore.