MERGOZZO – 15.07.2015 – “Carabinieri pagati dallo Stato
per non fare un cazzo”. È questa la frase, riferita all’interno di un bar di Mergozzo, per la quale Elio Corbetta, geologo che lavora alla cava di marmo di Candoglia, è stato processato oggi in tribunale a Verbania. E è stato assolto perché, così ha ritenuto il giudice Raffaella Zappatini, il fatto non sussiste. Si chiude così una vicenda durata quasi due anni. Nel settembre del 2013 Corbetta, al volante della sua auto, stava viaggiando da Mergozzo in direzione Premosello quando, giunto all’altezza del bar Calumet di Candoglia, accostò a sinistra posteggiando a bordo strada in uno spazio non assoggettato a parcheggio, in contromano e con due ruote al di fuori della linea che demarca la carreggiata.
Una pattuglia dei carabinieri di Gravellona Toce che si trovava a passare da quelle parti vide l’auto e, ritenendola in posizione pericolosa, elevò un verbale di contravvenzione, provocando il disappunto del geologo, che si lasciò andare in quel commento. Commento, ha sostenuto il suo avvocato, Giovanna Favini del foro di Novara, che non fu pronunciato forte di fronte a tutti – il pm Chiara Radica, al contrario, ha sostenuto che se lo udirono i due militari dall’esterno non avrebbero potuto fare diversamente gli avventori – circostanza che determina appunto il reato di oltraggio a pubblico ufficiale.
La vicenda ebbe un passaggio dal giudice di pace, che annullò il verbale stradale, e un primo passaggio penale. Il pm Gianluca Periani, chiuse le indagini, chiese l’archiviazione, ma il Gip non l’accolse disponendo l’imputazione coatta dell’uomo, comparso oggi in aula e giudicato non colpevole del reato contestato, per il quale il pm aveva chiesto una condanna di sei mesi e la parte civile, i due carabinieri presenti sul posto, un risarcimento complessivo di duemila euro.