VERBANIA – 17.07.2015 – Anche il comune di Verbania
si schiera con i malati d’amianto. Per la prima volta nella storia – e con due processi già istruiti, uno addirittura concluso con sentenza della Cassazione – la città ha presentato domanda per essere riconosciuta parte civile nel processo Montefibre ter, aperto lo scorso maggio in tribunale a Verbania e che oggi ha avuto un nuovo passaggio in aula.
È accaduto oggi in tribunale, dove il giudice Raffaella Zappatini, che ha ereditato il processo da Rosa Maria Fornelli, incompatibile perché ha già giudicato gli imputati per reati simili ha ricevuto le domande di costituzione del Comune, ma anche di chi da anni chiede giustizia per le morti di amianto: Cgil, Inail, Medicina democratica. Il magistrato ha aggiornato la seduta a mercoledì 22, giorno in cui comunicherà la sua decisione.
Rispetto ai precedenti processi non ci sono fatti rilevanti, se non che il numero di morti e di ammalati gravi di asbestosi e mesotelioma della pleura – malattie tipiche dell’inalazione da amianto – crescono. Nel Montefibre ter si discute di omicidio colposo per otto persone decedute e per lesioni colpose per le sei malate. Gli imputati sono otto, i manager che si sono succeduti nel polo chimico di viale Azari tra il 1972 e il 1988.