VERBANIA – 19.07.2015 – Mohamede Konate è morto annegato.
Probabilmente per un malore (una congestione?), oppure per un’imprudenza. Il ventenne profugo della Guinea (a casa lascia la moglie e un figlio) che da poco era stato affidato alla cooperativa Gruppo Abele di Verbania, è stato vittima di una disgrazia.
Evitabile? La risposta è probabilmente no perché i soccorsi sono stati tempestivi, considerando anche che il luogo – il lungolago di Intra, tra il “Cavallotti” e Villa Caramora – non dispone di una vera e propria spiaggia ed è soggetto al divieto di balneazione, come tutti i tratti di costa non monitorati dall’Arpa, Intra compresa.
Eppure non è mancata la sottolineatura sulla mancanza, in loco, di un nucleo di sommozzatori per le ricerche e l’assistenza. È stato il sindaco Silvia Marchionini a dirlo pubblicamente per prima, garantendo già da lunedì un sollecito ai vigili del fuoco e chiedendo un sostegno agli altri sindaci del lago.
In Italia sono 420 i vigili del fuoco specialisti del Servizio sommozzatori. Sono dislocati in 23 sedi di 15 regioni (non esistono in Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Umbria, Molise e Basilicata) operative 24 ore su 24. Dieci sono nel nord Italia: Torino è l’unica in Piemonte; Milano e Como sono a servizio della Lombardia; Vicenza e Venezia per il Veneto; Bologna e Ravenna per l’Emilia Romagna, Genova e La Spezia per la Liguria. Nel nordest la sede di riferimento è Trieste. Le altre sono: Livorno, Firenze, Grosseto, Viterbo, Roma, Ancona, Teramo, Bari, Brindisi, Taranto, Napoli, Salerno, Reggio Calabria, Palermo, Catania, Cagliari e Sassari.
Il compito primario dei sommozzatori è la ricerca e salvataggio, ma vengono impiegati anche per le emergenze alluvionali, l’inquinamento di bacini e corsi d’acqua, il supporto negli incendi a navi e imbarcazioni. Ogni anno svolgono in media 2.300 servizi in tutta Italia.