VERBANIA – 23.01.2015 – Il Lago Maggiore custodisce ancora
il corpo di Renato Casarotti, l’uomo di 49 anni che è annegato ieri pomeriggio di fronte alla colonia solare di Suna. Stamane all’alba sono iniziate sul posto le perlustrazioni di superficie della squadra Nautica della polizia del Vco e della Guardia costiera di Genova di stanza a Solcio di Lesa.
In mattinata è arrivata da Milano una squadra di sommozzatori dei vigili del fuoco. In quattro hanno effettuato una prima immersione per verificare lo stato del fondale e per cercare i riferimenti per una ricerca più estesa, partendo dal punto in cui avevano lasciato, ieri sera, i colleghi di Torino. Poi hanno costeggiato la riva con un primo strumento tecnico, una sorta di sonar. Quando è arrivato il mezzo con il rov (il robot teleguidato) e l’hanno messo in acqua cablando la nave, sul lago s’era alzato il vento. E hanno dovuto desistere perché la ricerca strumentale richiede, se non calma piatta, almeno la stabilità dello scafo. È stato quindi deciso di sospendere l’intervento e di rinviarlo alle prime ore di luce di domani, nelle quali è previsto bel tempo e assenza di vento.
La ricerca del corpo è resa difficile dalle scarse informazioni. Renato, che col suo motoscafo e in compagnia dell’amico Antonello Cuccheddu s’era fermato poco lontano dalla riva per un tuffo prima di uno spuntino, è andato a fondo in un tratto non ben identificato. L’amico, che è rimasto molto spaventato, non ha saputo fornire informazioni precise, tanto che le prime immersioni di ieri sono state infruttuose.
Un altro fattore che ostacola il lavoro dei sub è la profondità. A pochi metri dalla costa la ripa scende repentinamente fino a circa 40 metri, in una zona assai buia. Il fondale è piatto e lievemente digradante verso il basso e, soprattutto, è limaccioso. Esiste il rischio che il corpo, inabissandosi, si sia arenato nel fango, sollevandone una certa quantità che poi vi si è depositata, coprendolo in parte. Questa circostanza renderebbe più complicata l’identificazione visiva.
Non ha di questi problemi il rov, che è un robot collegato con un cavo elettrico alla nave, manovrabile con un joystick, dotato di un dispositivo sonar e di una telecamera, oltre che di un sistema gps che ne traccia la rotta mostrando l’area esplorata.
A fianco dei sommozzatori dei vigili del fuoco hanno operato e operano i volontari dell’associazione Sub Verbania, che ha sede a pochi metri dal luogo dell’incidente. I soci si sono immersi già ieri sera, prima e dopo cena, e dovrebbero farlo anche oggi. E, se sarà necessario, sabato sono disponibili per una ricerca in forze.