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erba stadio pedroli
VERBANIA – 28.07.2015 – Un faccia a faccia per capire,

chiarire e decidere come agire. Impegnata oggi a Roma in altri incontri istituzionali (al sottosegretario all’Interno Gianpiero Bocci chiederà il distaccamento di un comando di sommozzatori dei vigili del fuoco) il sindaco di Verbania Silvia Marchionini farà una capatina anche in piazzale Flaminio. Negli uffici della Lega nazionali dilettanti ha un appuntamento con Antonio Armeni, il deus ex machina dei campi sintetici, l’uomo chiamato a dire “sì” o “no” all’omologazione dello stadio Carlo Pedroli e al suo manto misto erba-sintetico realizzato nel 2012 dalla ditta Specialisti del verde.

Il nome di Armeni negli ultimi tre anni è rimbalzato con una certa frequenza in Piemonte e sul Verbano. Con lui il Verbania e la dirigenza Pangallo-Montani ha avuto anche duri scontri e qualche polemica, sempre per colpa di quel prato che, a oggi, non è omologato. La storia è lunga e complicata, ma possiamo riassumerla così. Nel 2012 il Verbania avvia i lavori per la posa del PowerGrass, nuovo brevetto dell’azienda che intende sbarcare nel mercato dei campi sintetici. Al termine dei lavori non arriva l’omologazione perché Armeni, responsabile unico dei campi sintetici, non dà il suo benestare a questa tecnologia sperimentale. Nei tre anni successivi si tira a campare, con la squadra che migra anche a Novara e con proroghe per diversi motivi, tra cui l’escamotage dell’autorizzazione per ragioni di ordine pubblico, del tutto fittizia.

Il Comune nel 2014 inizia a preoccuparsi e chiede al Verbania garanzie, perché se il campo dovesse essere rimosso, il costo sarebbe elevato e la società dovrebbe coprirlo. Per questo motivo viene trattenuta parte della quota di contributo comunale.

All’improvviso la Figc si ammorbidisce e il “no” diventa un “ni”. Vengono chiesti lavori extra come le canaline di scarico a lato campo e arriva una lettera di autorizzazione all’uso. Non è un’omologazione e anche se molto cavillosa e scritta in burocratichese, apre all’omologazione dopo il marzo 2017.

Quella lettera a firma Antonio Armeni non chiarisce se il prato potrà o meno essere definitivamente omologato. E questo è ciò che chiederà oggi a voce il sindaco, alla quale sono arrivati segnali contraddittori negli ultimi tempi. Prima, quando il rappresentante della Virtus Verbania è andato a Roma a chiedere lumi, Marchionini ha ricevuto una telefonata allarmata che preludeva alla rimozione del prato, circostanza poi smentita al quotidiano La Stampa dallo stesso Armeni. Poi, notizia di pochi giorni fa, Armeni ha inviato alla Figc piemontese un documento ufficiale che dichiara fruibile ma non ancora omologato il “Pedroli”, rinviando la pratica al marzo 2017.

Un fatto, questo, non di poco conto nella querelle legale tra Comune e Verbania, con la società che si fa forza nel chiedere il saldo dei contributi congelati perché il campo è fruibile. Dal funzionario della Federazione questo si aspetta il sindaco: la chiarezza sul percorso da seguire per l’omologazione, se e quando si potrà fare.

Resta intanto in piedi la vicenda convenzione-utilizzo dello stadio, che il sindaco non vuole dare al Verbania e per il quale s’annuncia una battaglia legale.