VERBANIA – 28.07. 2015 – Avrete letto, anche sul nostro sito,
i commenti e i giudizi che seguono la sentenza n. 188 del 2015 della Corte Costituzionale. Avrete letto dell’esultanza del leghista Alberto Preioni e della prudenza usata dal vicepresidente Aldo Reschigna.
La sentenza, che tratta di bilancio, funzioni delegate e tagli ai trasferimenti, è nella sua parte tecnica materia da avvocati. In concreto ha un impatto importante non solo sulla Provincia ma anche sui suoi cittadini e i servizi che ricevono e che pagano con le proprie tasse. Cerchiamo quindi di spiegarla in pochi concetti semplici.
Fino alla riforma in itinere che le sta cancellando (quella del governo Renzi), le Province hanno avuto un preciso ruolo istituzionale. Gestivano alcune funzioni per conto dello stato centrale e ne avevano assegnate altre su decisione della Regione. Per le prime – obbligatorie, fondamentali – riceveva i trasferimenti dal governo centrale, per le seconde – facoltative, stabilite da Regione a Regione – quelli del governo regionale. Negli anni Roma ha progressivamente chiuso i rubinetti, ma l’ha fatto anche Torino. Quei fondi regionali nel 2013, sotto la giunta Cota, sono stati sforbiciati in maniera vigorosa. Naturalmente i costi dei servizi (agricoltura, lavoro, formazione professionale, imprese…) sono rimasti immutati perché le sedi e i dipendenti non sono “spariti” come le risorse trasferite.
In procinto di morire di asfissia, alcune Province si sono ribellate. Alessandria e il Vco (allora la giunta era quella di Massimo Nobili, dello stesso colore di quella regionale) hanno impugnato al Tar Piemonte il bilancio regionale, lamentando i tagli sproporzionati. Il Tar ha sospeso la decisione chiedendo un parere alla Corte costituzionale. Che si è espressa dando ragione a Alessandria e al Vco, giudicando incostituzionale il bilancio e rimettendo in discussione tutto. Per Nobili, non più presidente, c’è la soddisfazione di aver visto riconosciute le proprie ragioni e la certezza che quei tagli, ingiusti, hanno penalizzato l’ente e i suoi conti. Idem per il suo vice Preioni. Per Reschigna, che oggi rappresenta la Regione, c’è il rischio – ora il Tar può e deve decidere – di dover mettere mano al portafogli.
La questione politica è una cosa. Poi c’è quella pratica, che riguarda da vicino un territorio, il Vco, che si dichiara montano, dotato di specificità e che ambisce da sempre a una qualche forma di autonomia. La Consulta ha stabilito che ogni servizio delegato deve essere finanziato. È l’applicazione letterale del federalismo, la conferma che anche i territori periferici devono avere adeguate risorse (oggi la Provincia non è in grado di pagare la salatura delle strade in inverno, né asfaltature e manutenzioni). Prima di pensare a nuovi servizi e privilegi, bisognerà ripristinare i diritti acquisiti. La strada dell’autonomia, senza soldi, è più che mai in salita.