1

tigano giorgio 2014
VERBANIA – 29.07.2015 ­– Altro che democrazia calpestata,

questo è stalinismo. Accusato di scorrettezza istituzionale per non aver permesso al Pd di non eleggere il presidente della Commissione Servizi alla persona, Giorgio Tigano replica rispolverando la storia del partito comunista. Il capogruppo del Fronte nazionale, al centro l’altro giorno di un piccolo giallo politico rispedisce al mittente le accuse mossegli dal Pd e da Con Silvia per Verbania: “Per la magra figura rimediata, il Pd faccia i conti col proprio dilettantismo e non riversi la colpa sul presidente Tigano che ha agito nel rispetto di tutti. La democrazia la calpesta chi non rispetta le regole e ha la presunzione di non esercitarla nelle sedi competenti, svuotandole della propria autorevolezza – dichiara –. Quando mi rifiutai di far mancare il numero legale alla maggioranza in Consiglio ricevetti un plauso dal Pd; oggi mi accusa di “lesa democrazia”. Questo atteggiamento puzza tanto di stalinismo e rimando al mittente le accuse”.

E in difesa di Tigano si schiera anche una Verbania possibile, il movimento che fa capo a Carlo Bava e Renato Brignone. “Tigano è stato corretto e super partes per aver dato seguito a una correttezza istituzionale che non può accettare che oltre i quattro mesi già trascorsi, né trascorressero altri senza una Presidenza di una così importante commissione”. Una Verbania possibile pone l’accento sulle debolezza politica del Pd che si vuole “far passare per una scorrettezza altrui” e ricorda che, esaurita la polemica sul presidente, s’è trovato un punto d’incontro sul tavolo della medicina territoriale che non ha espresso un medico o un esperto di Verbania.