VERBANIA – 30.07.2015 – “Interpellanza in merito
all’assunzione di uno psicologo”. Il titolo, generico, compare al punto numero due dell’ordine del giorno del Consiglio comunale convocato per questa sera a Palazzo Flaim alle ore 19,30. A seguire, in grassetto, la dicitura “seduta segreta”. È l’indicazione che richiama l’articolo di regolamento per cui non si possono trattare di fronte al pubblico “questioni riguardanti persone estranee all’amministrazione e che comportino giudizi sulle stesse, precisando che per amministrazione si intendono i soli componenti della Giunta”.
Al di là di questo alone di mistero e indeterminatezza c’è – perché l’interpellanza non è segreta – una vicenda che riguarda il capogruppo del Pd Davide Lo Duca, sua moglie e la di lei assunzione come psicologa a tempo determinato per il Comune. A sollevarla è Stefania Minore, consigliere ex 5 stelle oggi nel gruppo Misto.
Che Minore sia particolarmente invisa al Pd, ricambiato, non è un mistero, anzi. E le premesse per una querelle politico-dialettica ci sono, a iniziare dall’allusione del familismo. “Sul blog locale Verbania Focus-On (di Renato Brignone, altro consigliere di minoranza, ndr) è stata narrata una storia la cui trama descriveva un’assunzione con modalità irrispettose dei regolamenti di un parente di un membro della maggioranza che siede in Consiglio Comunale”, scrive Minore nell’interpellanza, che si limita a quattro domande: 1) se la signora Felisi Monica, assunta con contratto a tempo determinato part-time in qualità di esperto psicologo Cat. D3 sia la moglie del capogruppo Pd Davide Lo Duca, 2) quali sono i criteri che hanno portato all’assunzione della Signora Felisi Monica e all’esclusione delle altre due classificate ex aequo? 3) se sono stati contattati gli altri due soggetti classificati a pari merito? 4) è vero, come nalla la storia, che la legge vieta l’utilizzo di graduatorie precedenti per incarichi a tempo determinato?
La risposta e la replica di stasera resteranno segrete ma forse domani l’Amministrazione fornirà chiarimenti. Nel frattempo, per opportuna conoscenza di tutti e riportando ciò che è desunto dagli atti pubblici, spieghiamo i fatti. Nel 2014 il Comune (Commissario Michele Mazza), partecipa a un bando della Fondazione Crt con un progetto delle politiche sociali chiamato “In ascolto”. Il progetto è valido, la Crt lo approva e lo finanzia per intero. Per realizzarlo occorre uno psicologo part time 11 ore la settimana per 8 mesi, dal 1° giugno 2014 al 31 gennaio 2015. Il 14 aprile viene pubblicato un bando al quale partecipa un certo numero di persone. La commissione valuta i candidati e stila una graduatoria di 38 nomi. Il primo, quello di una donna, è meritevole di 50 punti e le vale l’assunzione. Al secondo posto, ex aequo con 49 punti (e vengono citate in ordine alfabetico), ci sono tre persone: un uomo e due donne tra le quali la moglie di Lo Duca. L’allora dirigente del settore, firma e vista la graduatoria.
Sempre nel 2014 il Comune partecipa a un altro progetto sociale, quello del “portierato”. A dicembre la Compagnia di San Paolo gli assegna 12.000 euro. A marzo 2015 la giunta Marchionini ne chiede “l’implementazione”, la “rimodulazione” e il “posticipo dei termini di rendicontazione”. Nasce l’esigenza di avere un “esperto a tempo determinato” 11 ore la settimana per 12 mesi a partire dal 15 maggio. La giunta, quindi, il 5 maggio delibera all’unanimità che “per ragioni d’urgenza, ci si avvarrà della graduatoria ancora aperta per la selezione di uno psicologo livello D3”.
Il 14 maggio la segretaria generale Agata Papiri, anche dirigente del Personale, firma la determina che ripesca la graduatoria dell’anno prima e, “valutati i titoli di preferenza dei pari merito ai sensi dell’art. 62 del Regolamento di organizzazione degli uffici e dei servizi”, “scorsa la stessa e preso atto dell’accettazione di tale assunzione da parte della Sig.ra Felisi, terza classificata nella sopra citata graduatoria”, “procede all’assunzione a tempo determinato presso il servizio Politiche Sociali attraverso lo scorrimento della graduatoria del suddetto concorso”.
A quanto risulta la seconda persona ha rinunciato e, tra le terze, la moglie di Lo Duca aveva la precedenza, come da regolamento, per il maggior numero di figli a carico. E è stata assunta.
Fin qui, i fatti. Il nocciolo della questione è: era corretto utilizzare una vecchia graduatoria senza bandire un nuovo concorso? È scontato aspettarsi che la risposta del Comune sia positiva – altrimenti non sarebbe stato fatto –. Ma a Minore, che sostiene il contrario, basterà?