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don rasia marco
CASTELLETTO T. - 01.08.2015 - La minoranza chiede

che sia tolta la cittadinanza onoraria di Castelletto a don Marco Rasia. Il sacerdote, 43 anni, già coadiutore nel paese ticinese e a Omegna, deve rispondere dell'accusa di violenza sessuale ai danni di alcuni giovani, e recentemente è stato condannato a quattro anni di reclusione dalla Corte d'appello di Torino.

L'altra sera, in Consiglio comunale, il sindaco Matteo Besozzi ha chiarito che la sua amministrazione sta acquisendo tutti gli elementi utili per valutare la situazione, e che a settembre sarà convocata un'assemblea municipale ad hoc. Già in passato la Lega Nord aveva avanzato un'analoga richiesta che non era stata accolta. Rosanna Di Muccio del gruppo “Castelletto nel cuore” ricorda: "Noi siamo garantisti e ai tempi l'iter giudiziario era agli inizi: anzi, non era nemmeno giunto al primo grado. Non fa parte della nostra cultura sbattere il mostro in prima pagina: pertanto allora avevamo optato per l'astensione. Adesso però ci sembra opportuno che venga fatto questo passo".

Aggiunge il capogruppo di “Castelletto nel cuore” Marco Paracchini: "La revoca per noi sarebbe una forma di rispetto delle persone dolorosamente interessate da questa vicenda e di tutti i castellettesi che non si sentono rappresentati da questa cittadinanza onoraria. E se il nostro invito non dovesse essere accolto noi e il Movimento 5 stelle presenteremo una mozione".

Giuseppe Cuda, capogruppo proprio dei 5 stelle, evidenzia: "Il nostro intento è far vedere che le istituzioni sono dalla parte delle famiglie di questi ragazzi a cui va anche la massima solidarietà per aver avuto il coraggio di far emergere quanto accaduto, fatti gravi, a maggior ragione se pensiamo che don Marco aveva il compito di educare. Per altro, io sono convinto che a Castelletto c'erano tante altre persone che avrebbero maggiormente meritato questo riconoscimento avendo, loro sì, dato lustro al nostro paese. A cominciare da chi ha condotto il basket a livelli nazionali".