VERBANIA – 02.08-2015 – Spegnere i facili entusiasmi,
stoppare gli annunci e guardare la realtà. È questo l’invito che viene dal Pd di Verbania che sulla vicenda dei Punti nascita e della possibile deroga ai 500 parti annui che potrebbe salvare il reparto del San Biagio di Domodossola, esprime riflessioni critiche. A scriverle, sul blog Verbania Settanta, sono l’ex sindaco Claudio Zanotti e il capogruppo a Palazzo Flaim Davide Lo Duca. Le loro sono riflessioni senza un destinatario, ma suonano anche come velate critiche al parlamentare locale Enrico Borghi, colui che ha riportato, cavalcandola, la notizia della deroga ministeriale. Parlando di “effettiva oscurità dell’annunciato ‘provvedimento parlamentare’”, i due si chiedono che cosa si capisca dagli articoli giornalistici pubblicati a seguito della nota di Borghi. “Noi abbiamo capito questo – affermano Zanotti e Lo Duca –. Il 2 luglio un sottosegretario ha risposto a un’interrogazione sui punti-nascita, sostenendo che la soglia minima dei 500 parti/anno non deve essere legata alla struttura sanitaria (cioè a questo o a quell’ospedale), ma all’équipemedica (ginecologi, ostetrici, neonatologi) che pratica l’intervento”.
Per il Pd verbanese non è una novità e che il calcolo è legato alla specificità dell’ospedale unico plurisede del Vco, quel concetto che fa di “Castelli” e “San Biagio” due realtà distinte ma, sulla carta, unite. “A noi risulta che il punto nascita di Domodossola assicuri parti dalla 35/36 settimana di gravidanza, mentre a Verbania la SOC di Ostetricia e Ginecologia riceve partorienti dalla 32/34 settimana, garantendo le prime cure di rianimazione neonatale. Ci chiediamo: saremmo effettivamente in grado di garantire, con due servizi dislocati, la sicurezza minima per tutte le madri ed i loro figli?”.
La soluzione è, quindi, un solo reparto: “Senza volere in questa sede proporre dove il servizio debba essere collocato, ci interroghiamo in quale modo quel servizio debba essere costruito al fine di garantire standard di sicurezza alti. Come si può ben vedere, i problemi della sanità sono sempre più complessi di come talvolta si tende a dipingerli”.