1

venetobancasede
MONTEBELLUNA – 02.04.2015 – Settanta filiali da chiudere e il 10% del personale da ridurre. Passa dai risparmi e dai tagli una parte consistente del piano industriale 2015-2017 approvato dal cda di Veneto Banca il 24 marzo e i cui dettagli sono stati resi noti ieri. Un piano indispensabile per riparare al rosso da record del 2014 (-968 milioni di euro) e per arrivare a un utile netto, e al ritorno del dividendo, di 170 milioni nel 2017.

Gli obiettivi strategici del presidente Francesco Favotto e del direttore generale Vincenzo Consoli sono il miglioramento degli indici gestionali (Rote a 7,2%, Cet 1 al 10,8%), da realizzare seguendo quattro linee di intervento: crescita dei ricavi; semplificazione delle strutture e riduzione delle spese amministrative, anche del personale; revisione del costo del rischio e cessione dei crediti deteriorati; dismissione definitiva delle società controllate non essenziali come Bim e Icbpi.

Nel bilancio consuntivo 2014 il gruppo di Montebelluna contava 5.590 dipendenti, comprendendo anche quelli di Bim. Nel piano industriale dovrà scendere, nel 2017, a 4.328 impiegati a tempo pieno escludendo quelli di Bim.

Gli sportelli, che su tutto il territorio nazionale sono 552, saranno ridotti a 482, con 70 chiusure. Nel Vco e Novarese le filiali, tutte acquisite con l’incorporazione della Banca popolare di Intra, sono in totale 53. A queste si aggiungono le altre strutture che Veneto Banca ha mantenuto nella ex sede centrale della Intra.

Il piano industriale, quindi, avrà sicuramente ricadute anche sul nostro territorio. In che modo e con quali tempi lo si capirà in futuro. E non è nemmeno escluso che ci possano essere ulteriori novità perché, come precisa l’istituto di Montebelluna, il piano è stato pensato in un’ottica “stand alone”, cioè come se la banca viaggiasse in solitaria nei prossimi tre anni. Se, strada facendo, ci dovessero essere fusioni o aggregazioni – le voci di un imminente risiko bancario sono al’ordine del giorno – il quadro cambierebbe.