02-072018 - Da un lato le persone e le comunità attente alla terra,
alla sostenibilità ambientale e sociale, alla valorizzazione di un'agricoltura e un turismo di qualità. Dall'altro le azioni da stigmatizzare, le cattive pratiche, i progetti ambientalmente devastanti o in-sostenobili nell'elenco di "buoni" e "cattivi" che Legambiente al termine della "Carovana delle Alpi" è tornata a stilare assegnando bandiere verdi e nere lungo l'intero arco alpino. E così sono 15, cinque in più dello corso anno, le "bandiere verdi" 2018; comunità e persone premiati nei giorni scorsi a Ornica (BG) per le "pratiche virtuose che ben raccontano il profilo green e sostenibile dell’arco alpino in cui sempre più territori credono, puntando anche su accoglienza e integrazione". Cinque in Lombardia, la più virtuosa, quattro in Piemonte (nessun premio in Ossola), due in Valle d’Aosta, due in Trentino e due in Friuli Venezia Giulia. Ad ogni "bandiera verde" è legata "una storia virtuosa praticata nelle Alpi, minacciate dai cambiamenti climatici ma anche da scelte decisamente poco ecofriendly che continuano a persistere a danno dell’ambiente e del territorio montano".
Per l'impegno umanitario verso i migranti che tentano di passare le Alpi, Legambiente ha premiato i comuni di Bardonecchia, Oulx e Claviere da parte italiana e Briançon, Nevache, Modane e Forneaux da parte francese. Premiato anche il Comune di Gaiola (CN) che da anni è impegnato in progetti di valorizzazione ambientale come il recupero della sentieristica o le passeggiate fotografiche e quella dell’Unione Montana Barge-Bagnolo Piemonte (CN) che sta portando avanti il progetto per la realizzazione di una pista ciclabile di 30 km sul sedime dell’ex ferrovia Bricherasio-Barge. In Piemonte, premiata anche l’associazione Ecoredia che attraverso tre gruppi di acquisto (Ivrea, Dora Baltea e Valchiusella) coniuga "pratiche di cittadinanza attiva e progetti di economia solidale e sostenibile, costruendo forti sinergie con il territorio".
Premiate poi le giunte regionali Marquis e Vierien (Valle d'Aosta) che stanno sostenendo la candidatura Unesco per il Monte Bianco; mentre un riconoscimento è andato anche alla famiglia Elter di Cogne per un'iniziativa particolare e di coraggio. Gli Elter, in rappresentanza anche di tante famiglie alpine, si sono rivolti alla Corte di Giustizia Europea per denunciare le ripercussioni che i cambiamenti climatici stanno avendo sulla montagna e sulla vita quotidiana di chi vive ad alta quota e per ricordare l’inadeguatezza dei target di riduzione delle emissioni climalteranti al 2030 fissato dal Parlamento Europeo.
Se da un lato le buone pratiche risultano in aumento, Legambiente ricorda che in molte parti "continuano le “aggressioni” all’arco alpino con scelte obsolete di gestione del territorio". Da qui l'assegnazione delle sei "bandiere nere" 2018: due al Friuli Venezia Giulia "per le ”insostenibili scelte di politica turistica in montagna"; una in Lombardia, due comuni del bresciano "per l’assenso a gare e competizioni di enduro che hanno ripetutamente coinvolto e stravolto il territorio silvopastorale di Montecampione"; una equamente condivisa dalle province di Trento e Bolzano "per il disegno di legge con il quale si sono arrogate la possibilità di gestire
“in autonomia” il destino di lupi ed orsi presenti sul territorio, ivi comprese le catture e le uccisioni". Una va alla provincia di Trento per alcuni progetti edilizi che cementificio il terreno e la sesta infine, è stata assegnata al ministero dell’Interno francese "per i continui respingimenti da parte della polizia francese ai valichi alpini di frontiera nei confronti di migranti e minori".
Perchè ci sia bisogno di segnalare ogni anno le buone e le cattive pratiche, lo spiega Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente: “Le Alpi sono una delle principali vittime dei cambiamenti climatici, che qui avanzano più rapidamente che altrove, e allo stesso tempo sono diventate, attraverso i molti valichi alpini, le nuove rotte percorse dai migranti che tentano di raggiungere la Francia a piedi, a causa dei respingimenti operati a Ventimiglia e, verso l'Austria, al confine del Brennero. Una stretta che ha provocato anche diversi morti lungo i sentieri di montagna. Questi due temi, quelli dei cambiamenti climatici e dei migranti, si intrecciano con le storie che raccontiamo con Carovana delle Alpi e che dimostrano come sia possibile vivere la montagna senza sfruttarla, valorizzandone aspetti e caratteristiche, puntando su accoglienza, integrazione e innovazione e coinvolgendo amministrazioni e comunità locale. Esperienze virtuose, da replicare su tutto il territorio, e che devono essere accompagnate anche da una politica nazionale che metta al centro il recupero e la valorizzazione delle aree montane, e da strategie di adattamento ai cambiamenti climatici. Dall’altra parte con la bandiera nera data al Ministero dell’Interno francese vogliamo far sentire la nostra voce per ribadire che i respingimenti dei migranti sono inaccettabili ovunque, dal mare alla montagna, e ricordare che l’Europa è fatta prima di tutto di persone”.
