GHIFFA – 05.08.2015 – È un primato, ma di quelli
che non si possono vantare e che, di sicuro, non piacciono ai cittadini. Da settimana scorsa, con l’approvazione del bilancio preventivo 2015, Ghiffa è uno dei comuni con le tasse più alte d’Italia. Almeno sul reddito delle persone fisiche. In Italia l’Irpef è il salasso di aziende e dipendenti (ma lo pagano anche i pensionati). Pesa in proporzione al reddito, con scaglioni che raggiungono il 43% per chi dichiara più di 75.000 euro l’anno.
Alla quota nazionale, che va nel bilancio statale, si somma l’addizionale imposta dalla Regione. Che, nel caso di Ghiffa e di tutti i comuni piemontesi, è – insieme al Lazio – la più alta in assoluto. La giunta Chiamparino per irrobustire i conti malmessi, nel 2015 l’ha portata al 3,33% per i redditi over 75.000, al 3,32% per la fascia 55-75.000, e al 2,75 per chi varia da 28 a 55.000 euro. Solo il Lazio tiene testa al Piemonte in questa speciale classifica.
I ghiffesi, in aggiunta ai primi due, ora devono fare i conti con l’incremento dell’addizionale comunale, che la giunta del sindaco Matteo Lanino ha fissato allo 0,8%, il massimo consentito, senza distinzione di scaglioni come accaduto fino all’anno scorso. In termini concreti significa che chiunque percepisca un reddito – non necessariamente alto – se lo vedrà tassato come in nessun altra parte del paese.
Un fatto, questo, che il capogruppo di minoranza in Consiglio comunale, Giuliana Lietta, ha segnalato ritenendo che l’aumento sia “iniquo”, perché “fa pagare allo stesso modo l’ultimo dei pensionati con la minima al dirigente d’azienda”. “Meglio sarebbe stato – ha detto – bloccare l’addizionale Irpef e rivedere la Tasi e le imposte sulla proprietà”.
“Non potevamo fare diversamente”, spiega il primo cittadino, che prima di difendere la scelta politica di muovere la leva fiscale sul reddito prima di quella sulla proprietà, spiega il quadro generale. “I comuni sono al collasso – dichiara –. Continuiamo a subire tagli su tagli e non possiamo farci nulla. Negli ultimi due bilanci ci siamo visti ridurre del 40% le risorse trasferite da Roma. Abbiamo tagliato dove potevamo e abbiamo un bilancio ridotto all’osso. Siamo in grande difficoltà”. Le ragioni per cui s’è scelto di aumentare l’addizionale Irpef sono altre. “Innanzitutto introdurre la Tasi ci avrebbe portato molte più risorse di quelle che ci servono per mettere in sicurezza il bilancio. E, quindi, avremmo tassato di più per niente – sottolinea Lanino –. Poi abbiamo considerato che a Ghiffa vive una vasta fascia della popolazione anziana che possiede immobili vecchi e di grandi dimensioni. Intervenire sulla Tasi li avrebbe penalizzati molto di più”.
Il primo cittadino rivendica la scelta di non introdurre la Tasi: "Siamo uno dei pochi comuni che l'ha fatto. Purtroppo abbiamo dovuto agire sull'Irpef".