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bikini

VCO-06-07-2018-Il 5 luglio del 1946 il sarto francese Louis Réard decise di introdurre nel commercio ciò che per anni fu considerato vietato e che ora è una cosa normalissima: il Bikini. Réard sapeva che avrebbe suscitato scalpore questo nuovo indumento, che sarebbe stato “esplosivo”, e proprio per questo decise di chiamarlo “Bikini”, dall'atollo di Bikini nelle Isole Marshall, nel quale negli stessi anni gli Stati Uniti conducevano esperimenti nucleari. Per evitare questo brusco riferimento, viene considerato più appropriato definirlo “costume a due pezzi”. Per anni furono imposti divieti riguardanti questo costume: a concorsi, in spiaggia, in fotografie rese poi pubbliche. Per questo fu così uno scandalo quando nel 1953 Brigitte Bardot si fece fotografare in Bikini su una spiaggia di Cannes, rendendo, in questo modo, popolare il costume in Costa Azzurra. Ma questo fu il minimo, perché poi l'attrice nel 1958, facendosi riprendere nel film “Piace a troppi” con questo costume, creò un vero e proprio mercato di Bikini negli Stati Uniti. Con il passare degli anni questo indumento assunse un ruolo totalmente diverso nel vestiario femminile, non più così volgare come lo si credeva un tempo, soprattutto grazie all'aiuto del cinema. Il Bikini, o meglio ciò che questo costume lascia vedere, è diventato un elemento di successo di numerosi film, come “Agente 007 – Licenza di uccidere” del 1962 indossato dalla Bond Girl Ursula Andress o la serie tv “Baywatch” del 1989. Negli ultimi anni nel mondo del cinema e soprattutto in quello dei fumetti è nata una nuova variante di Bikini che è costituita di metallo, per imitare una sorta di sexy armatura. È spesso il costume di eroine dei fumetti, come Elektra e Emma Frost della Marvel Comics.