VERBANIA – 03.04.2015 – Verbania si costituirà parte civile
nel processo Montefibre ter. L’ha deciso la giunta Marchionini che all’udienza del 22 maggio presenterà, tramite l’avvocatura comunale, la richiesta di risarcimento per i danni arrecati dall’amianto ai dipendenti del polo chimico di viale Azari negli anni tra il 1972 e il 1988.
A giudizio ci sono 8 ex dirigenti della fabbrica accusati di non aver tutelato la salute degli operai che si sono ammalati di asbestosi e mesotelioma della pleura, malattie riconducibili all’inalazione delle fibre di amianto.
Hanno già chiesto di essere ammesse come parti civili Cgil, Medicina democratica e Inail. Mai in passato il Comune aveva compiuto un simile passo. Nel chiudere le indagini e disporre i rinvii a giudizio il pm che sostiene l’accusa, Nicola Mezzina, non ha inserito il comune di Verbania tra le parti lese.
Ciò non ha impedito, anche per via della risonanza che i numerosi casi di morti d’amianto nell’ex Montefibre hanno avuto negli anni e hanno tuttora, all’Amministrazione di schierarsi dalla parte delle vittime e di chiedere un risarcimento in nome della città per “il diritto della collettività locale all’ambiente salubre, inteso come diritto alla salute da individuarsi nella sua dimensione sociale ai sensi dell’art 32 Costituzione”, oltre che per la “tutela dell’ambiente e della salute”.
Nei primi due filoni del processo Montefibre è emerso l’orientamento dei giudici a condannare i responsabili dello stabilimento per i casi di asbestosi e ad assolverli per il mesotelioma della pleura. Ciò in virtù di alcune considerazioni medico-scientifiche sulla casualità tra esposizione all’amianto e malattia.
Per il Montefibre I la Cassazione ha già condannato in via definitiva 14 persone per 3 casi di asbestosi, rinviando alla Corte d’Appello la decisione sugli 8 morti di mesotelioma.
Il Montefibre-bis ha avuto analogo esito nel processo di primo grado e si attende entro il mese di aprile la pronuncia della Corte d’Appello di Torino.
A Verbania, però, ci si continua ad ammalare e a morire. La Procura ha già sul tavolo altri casi di malattie professionali da amianto e potrebbe istruire un nuovo processo, il quarto.