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turismo

VCO - 12-09-2018 - In un territorio come il VCO,

dove i flussi turistici provengono prevalentemente dall'estero, le false recensioni su siti come Trip Advisor e similari, sui quali tanti, forse la maggior parte dei turisti stranieri si "informa", possono provocare danni incalcolabili. Di qui la netta prese di posizione di Federalberghi VCO, che plaude alla sentenza del Tribunale penale di Lecce, che ha inflitto una pena esemplare (nove mesi di carcere) a uno “spacciatore” di fake reviews, che scriveva e vendeva recensioni false utilizzando un’identità falsa. Si tratta di uno dei primi casi legali in cui si definisce crimine il fatto di scrivere recensioni false sotto falso nome.
Non possiamo però dimenticare – si legge nella nota della Federazione degli albergatori - che siamo di fronte ad un problema dalle dimensioni enormi. Né possiamo illuderci che possa essere risolto affidandosi al meritorio lavoro della magistratura o alla buona volontà dei singoli. A nostro avviso, la soluzione non può che risiedere in una robusta affermazione del principio di responsabilità. Il primo passo che i portali devono compiere per radicare un sistema in cui prevalgano le vere recensioni, scritte da veri clienti, che raccontano una vera esperienza, è un deciso stop alle recensioni anonime e ai nickname di comodo”.

Ognuno dev’essere libero di esprimere la propria opinione – conclude la nota - Ma l’azienda che viene recensita e le persone che leggono la recensione hanno diritto di conoscere la reale identità dell’autore e di sapere se sta raccontando frottole o un’esperienza autentica”.