
PIEMONTE- 19-09-2018- Addio sogni a cinque cerchi tra le montagne ossolane, addio alla proposta di Riale di Formazza di ospitare per allenarsi, come avvenuto per l'Olimpiade del 2006, le nazionali di tutto il mondo di sci di fondo, e di candidarsi magari come località per disputare una prova olimpica. Torino continua nel suo inesorabile declino, lontani i tempi di Gianni Agnelli e della bandiera a cinque cerchi sventolante dalla Mole, ora il capoluogo piemontese rinuncia all'Olimpiade invernale del 2026, per l'Italia restano Milano e Cortina come candidate.Sulla questione interviene anche Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem: “Ancora stamani, Uncem quale sindacato che rappresenta Enti Locali e territori montani, ha auspicato che le Olimpiadi invernali del 2026 e la candidatura italiana non fossero terreno di scontro tra partiti, tra posizioni e colori, tra Amministratori locali. Non ne abbiamo bisogno. Invece, purtroppo, quanto sta accadendo in queste ore è piuttosto deludente e non dà una buona immagine della politica, della capacità di dialogo e interazione. Cercare la coesione e la non esclusione di alcuni, ancora adesso è fondamentale. Di quanto sta succedendo, a farne le spese è proprio la montagna. Sono le Valli, i sindaci dei territori, quasi ridotti a spettatori, a restare relegati in un angolo in questa bagarre che proprio non avremmo voluto vedere e registrare. Si torni subito al dialogo, con il Governo e il Coni a esercitare il loro ruolo, con i Sindaci di Milano, Torino, Cortina e i presidenti delle tre Regioni che generano coesione e che mettono da parte pezzi di egoismo politico e istituzionale. Ricomporre le fratture, come non mai per costruire la candidatura alle Olimpiadi, secondo Uncem è importantissimo".
