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PIEMONTE- 23-09-2018- Sono molti i piccoli Comuni e in particolare i Comuni montani che a oggi accolgono migranti e richiedenti asilo: “Oltre mille Amministrazioni comunali italiane che, molto spesso in accordo con parrocchie e associazioni locali, con pezzi attivi di comunità, scelgono di ospitare stranieri, migranti, richiedenti asilo che arrivano in Italia scappando dall'Africa, da guerre, cambiamenti climatici, miseria e ingente povertà- spiegano da Uncem- La spinta alla rete e alla condivisione di buone pratiche e necessità tra Comuni e comunità che accolgono è da molti anni auspicata da Uncem, in accordo con Anci, grazie a progetti Sprar vincenti perché capaci di unire sia stranieri sia italiani non abbienti, persone che hanno perso il lavoro e che vivono in povertà, con fatica e dignità. 

L'"accoglienza diffusa" già si realizza in centinaia di Comuni montani, in particolare con forme aggregative a fare da regia operativa. Non solo dunque grandi città, ma anche la rete dei piccoli e piccolissimi Comuni, in particolare delle aree interne. Come Chiesanuova, Ormea Priero o Ostana, nel Cuneese, 200 abitanti il primo, 80 il secondo. Venti giovani richiedenti asilo ospitati in totale, a milleduecento metri di altitudine, in due diverse vallate alpine. Lavorano e aiutano sindaci e amministrazione. Loro, Priero e Ostana, hanno risposto alle chiamate dei Prefetti, per l'"accoglienza in emergenza", che si differenzia dallo Sprar nelle modalità di organizzazione ma garantisce comunque risultati positivi. "I sindaci - riflette Marco Bussone, presidente Uncem - hanno "montato" direttamente progetti di accoglienza. Hanno coinvolto le associazioni, hanno spiegato alla comunità questo cambiamento. Hanno coinvolto anche persone italiane. Non vanno lasciati soli". 

Decisiva l'integrazione lavorativa. Nel settore agricolo, nell'allevamento anche in alpeggio, nel settore forestale, nella manutenzione ordinaria del territorio e dei versanti montani. Insegnando ai migranti, ad esempio, a realizzare muretti a secco e altre soluzioni in ambito rurale. "Richiedenti asilo che lavorano in progetti assieme ad italiani sono un pezzo fondamentale della soluzione, della strategia che supera la l'emergenza. I Comuni sono registi e garanti dei progetti stessi", evidenzia Bussone. I progetti degli Enti locali sono già molto più avanzati di quanto si creda e venga raccontato. Già oggi, gli stranieri presenti in Italia salvano intere filiere produttive, interi decisivi settori economici. "La Storia ci dice che le terre alte si svilupparono nella fase delle ‘Alpi aperte’ - spiega il presidente Uncem - nella quale l'incrocio tra attraversamenti e popolazioni stanziali produsse l'insediamento montano giunto sin qui. E la storia stessa dei montanari è storia di migrazioni, di scambi, di integrazioni. Quando la montagna si apre e si relaziona, cresce. Quando si arrocca e si chiude, perde".

I Comuni italiani, anche i più piccoli cuore del Paese, hanno bisogno di continuo supporto, di rete. Di conoscere le buone pratiche. Di sapere come si fa e come possono non essere soli. "C'è un grande lavoro da fare, soprattutto nel consolidare il rapporto tra Stato e Comuni - riflette ancora Bussone - non solo però per superare l'emergenza migranti. La coesione e la sussidiarietà istituzionale deve essere sempre il perno della democrazia".