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gallo bernardino coop nero

VCO- 22-10-2018- Anche Bernardino Gallo di

Sos ossoal commenta il risultato elettorale. “Tentiamo di parlare di fatti e non solo di opinioni più sfondate che fondate- spiega- Questo risultato era prevedibilissimo considerati due fattori scatenanti.

Il primo è che tale iniziativa è apparsa come opera di un solo uomo al comando senza alcun tentativo serio e concreto di allargare i promotori in direzione della società civile e delle sue rappresentanze. Cammin facendo ci si è connotati come una parte nemmeno maggioritaria di un movimento avendo tutti contro sia, partiti che sindacati che hanno da molto tempo una vocazione neocentralista e che hanno abbandonato da troppo tempo la periferia e la montagna con particolare riguardo all’Ossola, depredata da innumerevoli servizi, con il silenzio o la condiscendenza di molti sindaci e amministratori. Altra questione è stata quella di aver data un’eccessiva accelerazione, chiudendo troppo presto la raccolta delle firme necessarie al voto, determinando una fissazione referendaria da parte del ministero degli interni troppo anticipata rispetto alla necessità di informare adeguatamente gli elettori e convincerli poiché gli argomenti positivi abbondavano. Ignorata la mia proposta di raccogliere proporre di abbinare il referendum alle prossime elezioni tenendo conto che l’anno prossimo si dovrà votare per le europee e anche per il rinnovo del consiglio regionale del Piemonte. Oramai la frittata è fatta, anche se è indubitabile la volontà di chi si è “scomodato” per andare a votare si è espresso per il SI quasi a maggioranza assoluta.

In Ossola ben nove comuni hanno superato il 90% dei SI: Antrona, Montecrestese, Formazza, Trasquera, Bannio Anzino Bognanco, Crevoladossola, Trontano e Santa Maria Maggiore. Un comportamento deprecabile è quello di taluni di appropriarsi dell'astensionismo risultato maggioritario, facendo finta di ignorare che il non voto si avvicina anche al 50% dei votanti nelle "normali" votazioni; affermare che chi si è astenuto si è pronunciato per il NO, è un salto pindarico per passare di palo in frasca e rallegrasi della frantumazione del territorio e, forse anche della propria.

Preoccupante è l’evidente seppur contraddittoria frammentazione complessiva del territorio seppure con un dato di partecipazione confortante di Verbania.

Risultano frammentati i singoli comuni nei vari territori, frammentate anche se in modo non omogeneo le tre zone Cusio Verbano e Ossola; divise gran parte delle cittadine montane da quelle di pianura, frammentata anche l’Ossola tra quella Superiore e Inferiore, come conseguenza delle iniziative di alcuni sindaci.

A chi indica la strada di bussare a denari alla regione Piemonte per il Vco, faccio presente che la regione ha “le pezze al culo” e che si parte da posizioni di estrema debolezza. Battiamoci pure per una provincia autonoma, ma con adeguate risorse derivanti dai canoni idrici, (18 milioni di €), e federale, rispettosa cioè delle tre zone, Ciononostante non demordiamo nel frattempo e difendiamo il San Biagio e con esso il Castelli e il Madonna del Popolo contro l’Unicum su collina di Ornavasso.