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canforo pallanza garibaldi

VERBANIA – 24.08.2015 – C’è voluto un mese, ma la risposta è arrivata. 

O forse no. Il 17 luglio il Comitato “Salviamo la canfora di Pallanza” ha diffuso gli esiti della perizia commissionata – e pagata, autotassandosi – dai cittadini che si oppongono all’abbattimento della secolare pianta che sta tra il mausoleo Cadorna e il porticciolo di San Dazio. Il responso della Fito-consult di Varese e dell’agronomo Daniele Zanzi è stato inoltrato il 20 luglio all’assessore ai Lavori pubblici Massimo Forni, che ha in mano da tempo una relazione dell’agronomo del Comune, Leonardo Pignatiello. Il 31 luglio il Comitato è tornato a sollecitare una risposta dell’Amministrazione. La risposta, come conferma direttamente il sindaco Silvia Marchionini, è arrivata “nei giorni scorsi” in forma scritta tramite lettera al Comitato e è stata oggetto nel tardo pomeriggio di oggi di una nota stampa la cui conclusione, in sostanza, è: i due esperti sono giunti sostanzialmente alle medesime conclusioni e alla necessità di un intervento manutentivo e siccome ogni intervento costa, il Comitato ci dica quanto.

La risposta, che propriamente tale non è, sa anche un po’ di provocazione. Il punto di partenza, vista dalla parte del Comune, è il parere di Pignatiello, che ha stimato in circa 11.500 gli interventi di manutenzione per tenere in piedi il canforo: “potatura di alleggerimento delle branche più protese al fine di ridurre il peso della chioma e la superficie velica, consolidamento della chioma mediante cavi per limitare il movimento delle branche superiori, ancoraggio al suolo dell’albero mediante puntellamento e intirantaggio per limitare il rischio di cedimento delle branche più esterne e di cedimenti della base dell’albero, piantumazione di una piccola macchia arbustiva nella zona di aggancio al suolo della barra tirante e del puntone in acciaio”.

Nella sua relazione, il collega Zanzi ha affermato invece che “l’albero è nella sua fase di senescenza; possiede ancora però una alta vitalità rilevabile dalle nuove e possenti vegetazioni prodotte dopo l’intervento di potatura eseguito negli anni scorsi. È essenziale infatti distinguere in un albero le problematiche collegate alla sua meccanica e staticità da quelle connesse alla sua attività biologica. Nel caso specifico è evidente che si è in presenza di un albero ancora vitale e vigoroso”. Tradotto più semplicemente: la pianta può essere salvata, consigliando però “interventi manutentivi” al fine di “aumentare ulteriormente la sicurezza statica”.

Pignatiello, così si legge nel comunicato diffuso oggi, a proposito del canforo “ne consigliava l'abbattimento o, in alternativa, l'interdizione alla fruizione dell'area circostante e la potatura di contenimento della chioma accompagnata dal monitoraggio dell'evoluzione dei processi degenerativi del legno residuo o di intervenire mediante un consolidamento strutturale”.

È chiaro quindi che se le conclusioni – cioè la necessità di manutenzione, da quantificare economicamente – sono simili come dice il sindaco, è altrettanto chiaro che i pareri sono discordanti. Per un agronomo è meglio abbattere il canforo, per l’altro si può salvarlo.

Questa discordanza riporta la questione su un piano politico. La giunta ha ora in mano gli strumenti tecnici per decidere se abbatter e la pianta o meno. E, nel caso la voglia salvare, ha anche un'indicazione di massima del prezzo. 11.500 euro (o meno, se l'ignoto “conto” delle proposte della Fito-consult fosse più basso) è il prezzo per salvare il canforo. Prezzo giusto? Eccessivo? Soldi buttati? Denaro investito? La risposta a queste domande sarà la decisione finale sulla vita del canforo di Pallanza.