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DOMODOSSOLA- 23-11-2018- Un sopralluogo della Soprintendenza

che permetta al privato di riportare la situazione alla bellissima originalità.... In un comunicato firmato dal segretario Gabriele Ricci il PD di Domodossola interviene sulla situazione della casa del centro storico che è balzato alle cronache locali negli ultimi giorni per l'obbligo di intonacare alcune pietre lasciate a vista durante la ristrutturazione: "Nei giorni in cui in Parlamento il “Governo del Cambiamento” ha varato il condono per Ischia- si commenta- fa riflettere la situazione del domese che ha ristrutturato un diroccato palazzo del centro per avviare, con coraggio, una nuova attività commerciale e che si è trovato vessato da tutta una serie di questioni burocratiche che gli hanno notevolmente complicato la vita.

Il caso in questione è quello balzato alle cronache locali per l’obbligo della copertura delle pietre a vista che andavano ad ornare parte dell’edificio.

Vale dunque la pena chiedersi perché stimati professionisti – tali sono i componenti della Commissione Paesaggio del nostro Comune – hanno adottato un provvedimento che “grida vendetta al Cielo”.

Il Piano Particolareggiato del Centro Storico – elaborato dagli Uffici Tecnici Comunali e recentemente approvato – ha previsto per ciascuna delle costruzioni presenti in quell'area specifiche caratteristiche di finitura esterna. Sembra che i criteri per tale decisione si siano basati sull'antica destinazione di ogni singolo immobile. Poiché quell'immobile era stato individuato come “civile abitazione”, per esso si definiva una finitura esterna di semplice intonacatura.

Premesso che l' edificio in questione in origine ospitava un’attività artigianale e non una civile abitazione – i più vecchi si ricordano del bottaio...- in tutti i casi, la Commissione aveva due possibilità: di fronte all'innegabile fascino dei manufatti in pietra emersi potevano riconsiderare l' elaborato del Piano Particolareggiato, magari trovando un opportuno procedimento di deroga ad hoc, oppure, come fatto, coprire con i panni del burocrate ogni idea di buon senso.

A ciò va aggiunto che la Sovraintendenza ai Beni Culturali, interpellata dal Privato ad esprimersi sul caso, senza alcun sopraluogo nè motivazione, gli dava torto, approvando l'operato della Commissione.

Questo è solo uno dei tanti esempi di come in Italia i burocrati la facciano da padroni, contro il buon senso ed anche contro l’utilità comune: le pietre davano un colpo d’occhio spettacolare ad un edificio che ora rimane bello, ma manca di qualcosa.

L’amministrazione comunale (alias Lucio Pizzi, che però, come al solito, quando c’è qualcosa di impopolare da giustificare, non mette la faccia) ha difeso a spada tratta l’operato della Commissione Paesaggistica. Certo, ci sono delle prassi amministrative e delle questioni tecniche da rispettare, ma se queste sfociano nella cieca burocrazia è dovere di un’amministrazione difendere ciò che va difeso per il bene della collettività. Il mancato coraggio del nostro Sindaco è invece la dimostrazione di come a Domodossola come a Roma il tanto pubblicizzato buon senso di governo rimanga un vuoto slogan e non una pratica diffusa.

Il Partito Democratico di Domodossola, manifestando il proprio appoggio ai proprietari del palazzo, chiede all’amministrazione un atto di coraggio: si spinga per una nuova analisi della situazione da parte di Commissione e Sopraintendenza, che salga in loco e permetta al privato di riportare la situazione alla bellissima originalità".