MONTEBELLUNA – 28.08.2015 – Un miliardo a fine 2014, 213,6 milioni a metà 2015:
sono sempre in rosso i conti di Veneto Banca. Il gruppo con sede e testa a Montebelluna ma con un rilevante numero di soci, filiali e dipendenti nel Vco (l’ex Banca popolare di Intra) deve fare i conti con un altro risultato negativo. Oggi il cda ha approvata la semestrale, che sconta soprattutto il valore delle rettifiche sui crediti, pari a 286 milioni di euro. Questa cifra, che porta in negativo il bilancio a metà anno, rappresenta il denaro accantonato per coprire il valore dei crediti deteriorati, dei soldi cioè – detto banalmente – che ha prestato e che potrebbe non ricevere indietro.
Tra i valori deficitari, dato significativo nell’ottica dell’aumento di capitale – per il quale, in una nota, la banca non fornisce cifre ma conferma di averlo esplicitato nel capital plan spedito in luglio alla Bce, a Francoforte, per l’approvazione – ci sono gli indici del Total capital ratio e Cet 1, attestati rispettivamente a 9,43% e 8,37% a fronte di una soglia imposta dalla Bce del 10% e 11%. Calano anche il margine d’interesse (-8,8% sul dato di giugno 2014), cioè quanto si guadagna sul denaro prestato; le masse di denaro amministrate (-1,3%, a 39,9 miliardi di euro).
Crescono, al contrario, gli impieghi alla clientela, che arrivano a 24,2 miliardi, 372 milioni in più del dato al 31 dicembre scorso.
Novità vengono anche dal piano industriale che prevede le dimissioni di quote azionarie (Bim, che è in stand by, ma soprattutto l’Istituto centrale delle banche popolari) ma anche un taglio dei costi e la razionalizzazione di personale e strutture. Il dato negativo della semestrale incide su queste azioni, che nelle intenzioni espresse dalla banca verranno accelerate.