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fior di verbania
VERBANIA – 07.04.2015 – Fontane contro fiori. Su quale sia il modo migliore per abbellire Verbania si sono affermate negli ultimi cinque anni due linee di pensiero appartenenti a altrettanti amministrazioni e schieramenti politici. La prima è della giunta Zacchera, che al motto “Verbania capitale dei laghi europei” mirava a riqualificare l’immagine turistica della città puntando sull’acqua e sulle fontane.

La seconda è della giunta Marchionini, che ha scelto la filosofia dei giardini e dei parchi botanici facendo di Verbania una sorta di isola verde. Prima il rifacimento “in fiore” della rotonda di Fondotoce, poi la sostituzione della roggia di via dei Ceretti con vasoni di cemento da riempire di piante e essenze fino alla (ri)chiusura della fontana centrale alla passeggiata a lago di Pallanza. Una fontana dalle sorti alterne, nata come tale nel progetto originale (giunta Reschigna, anni ’90), poi chiusa e trasformata in aiuola (ante 2004), tornata a zampillare sotto l’Amministrazione Zanotti e, infine, risotterrata in questi giorni dall’attuale esecutivo.

È invece un mistero la sorte di piazza Castello, dove da una settimana abbondante è stata rimossa “Vitae”, la scultura donata qualche anno fa dalla Cover al Comune al termine di un concorso lapideo. Al posto della pietra c’è una buca transennata senza alcun cartello identificativo. Che siano in arrivo i fiori? Una fontana? Oppure l’obelisco? Quello spazio, infatti, avrebbe dovuto ospitare una sorta di colonna artistica. Questa era l’idea del progettista che a inizio anni Duemila riqualificò le piazze San Rocco e Castello. In quest’ultima disegnò a terra un ellisse tra il retro della libreria Margaroli e il fronte dell’Osteria del Castello, fissando in uno dei due fuochi geometrici la sede per un monumento. La proposta finale non piacque al Comune che soprassedette, ripiegando poi su una statua di ben più piccole dimensioni.