VERBANIA – 31.08.2015 – Alla fine il faccia a faccia c’è stato,
ma non ha avuto – almeno per il Verbania calcio – l’effetto sperato. Giovedì sera a Palazzo di Città, nell’ufficio di Silvia Marchionini e alla presenza del dirigente allo Sport Vittorio Brignardello, si sono incontrati i rappresentati di Virtus Verbania, Verbania calcio 1959 e Inter Farmaci Verbania. Si tratta dell’annunciato incontro chiesto dai biancocerchiati per non migrare a Ornavasso e avallato dal primo cittadino che ha sempre detto di non aver nulla in contrario alla permanenza al “Pedroli” di tutti i club, purché d’accordo tra d loro. Incontro reso pressoché inutile dalla data (mentre la riunione era in corso la Figc piemontese diramava i calendari dei campionati, impossibili da modificare) ma anche dalla chiusura mostrata dalla Virtus.
Che ci sarebbe stata confusione è stato chiaro nel momento in cui il Verbania, dato per defunto, s’è iscritto al campionato di Promozione nel quale è piombato dopo due retrocessioni consecutive e la crisi della gestione Montani-Pangallo. Il nuovo corso sportivo (i debiti del club rimangono) del presidente Massimo Inserra ha fatto salire a tre le società pretendenti il “Pedroli” dopo che il sindaco aveva autorizzato il trasloco da San Maurizio d’Opaglio (dove ha tuttora sede) a Verbania della Virtus Verbania (iscritta all’Eccellenza) – già Virtus Cusio – e firmato l’autorizzazione a giocare in casa all’Inter Farmaci Verbania (che ha sede in città e è in Prima Categoria). Per iscriversi, senza il sì del Comune proprietario dello stadio, i biancocerchiati hanno dovuto indicare come sede di gioco l’unico impianto che hanno trovato disponibile, Ornavasso appunto. Una soluzione ritenuta da Inserra e dalla dirigenza non in linea con la storia e la tradizione del club, che al “Pedroli” (quando ancora non aveva questo nome) ha sempre giocato dal dopoguerra a… ieri. Da qui la richiesta di trovare un incastro nei calendari affinché tutte potessero giocare.
Possibilista s’è detto, fin dal giorno del raduno virtusino, il dg Daniele Massoni. Giovedì, però, D’Onofrio ha detto no per diverse ragioni, non ultima l’usura del campo già sofferente.
Il presidente della Virtus non ha nascosto nemmeno il malumore per l’accoglienza avuta a Verbania, per essersi trovato senza contributi pubblici (il Verbania aveva una convenzione da 70.000 euro annui per la gestione di Renco, Possaccio e dello stadio) e senza settore giovanile – gestito in autonomia dalla Virtus Verbania – con tutto l’indotto economico che ne deriva.
Nessuna apertura è arrivata dal sindaco, che ha parlato delle “grane” ereditate da Montani relativamente al “Pedroli” e ai debiti lasciati dalla società della quale Inserra è rappresentante.
Con denunce e iniziative legali annunciate da ambo le parti, era facilmente prevedibile che finisse così. Le posizioni di sindaco e Virtus, semmai, confermano che i rapporti con i biancocerchiati sono meno che zero.
La sostanza, intanto, è che il Verbania è obbligato a migrare a Ornavasso, che non giocherà per la prima volta nella sua storia in città e che dovrà farsene una ragione per l’intera stagione. Novità potrebbero arrivare solo per via giudiziaria qualora l’eventuale ricorso al Tar – anticipato, ma non ancora presentato – del Verbania contro l’assegnazione degli impianti a Virtus Verbania e Accademia Verbania sortisse un qualche effetto.