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VERBANIA – 04.09.2015 – Il piano di tagli di Poste Italiane

va avanti. Lunedì, come affisso da tempo alle porte degli uffici destinati alla soppressione (Carciano di Stresa) o alla riduzione dei giorni di apertura (AntronaPiana,Bee,Cossogno, Macugnaga, Miazzina e Premeno) sarà in atto la rivoluzione che l’azienda aveva già pianificato in aprile e che ha solo momentaneamente congelato.

Oggi pomeriggio in Regione a Torino l’ultimo tentativo di mediazione è andato parzialmente a vuoto. Alla direzione regionale delle Poste il consigliere provinciale Silvia Tipaldi, accompagnata dal vicepresidente della Regione Aldo Reschigna, ha consegnato la controproposta elaborata la scorsa settimana: salvezza di Carciano a orario ridotto, riduzione di orario – non di giorni – degli altri uffici. La richiesta è arrivata un po’ fuori tempo massimo e è stata respinta. Però, come dice Reschigna, “ha destato l’interesse dell’azienda che s’è impegnata, entro il 30 settembre, a incontrare i comuni del Vco in una riunione in Provincia per discutere delle richieste, che non sono irragionevoli”.

L’apertura riguarderebbe solo gli uffici in cui si riduce l’orario. Per Carciano le speranze sono quasi nulle. “Francamente non vedo soluzioni, anche perché i numeri dell’ufficio sono deficitari – afferma Reschigna –. C’è un impegno però a potenziare il servizio a Stresa capoluogo”.

Su Carciano, per il quale Poste ha già spedito la disdetta del contratto d’affitto, la città di Stresa è pronta a dare battaglia ricorrendo al Tar.

Anche il comune di Cossogno, dove nell’assemblea pubblica di ieri sera si sono riuniti qualche decina di residenti, non accetta i tagli. Il sindaco Doriano Camossi aveva già anticipato una protesta pubblica e l’intenzione di ricorrere al Tar con il sostegno legale del comune di Verbania messo a disposizione dal sindaco Silvia Marchionini.

Ieri pomeriggio, intanto, hanno parlato anche i sindacati. In una riunione tenutasi al Chiostro Alessandro Agnesa (Cgil), Antonio Bevilacqua (Cisl) e Antonio Blasi (Uil, tutti e tre nella foto) hanno ribadito la netta contrarietà ai tagli di poste. “Si parla tanto della specificità montana e poi si chiudono gli unici servizi rimasti in montagna”, ha detto Agnesa. “Chiediamo delle risposte politiche”, ha aggiunto Bevilacqua chiamando in causa l’onorevole Enrico Borghi: “serve un’iniziativa di legge nazionale”.