VERBANIA – 05.09.2015 – S’avvicina la data della decisione
sulla futura collocazione dell’unico Dea del Verbano Cusio Ossola e sale il clima di tensione tra i territori. A agitarlo, forse anche per via delle voci che circolano in città secondo cui Domodossola sarebbe favorita (vere o meno, verosimili o no, sono gli effetti collaterali di una decisione frettolosa poi rinviata e saranno la costante, da ambo le parti, da qui al giorno della decisione) è il Comitato Salute Vco che oggi ha diffuso un’analisi dei pro e dei contro del Dea a Domo o Verbania. Un’analisi mirata a accreditare il “Castelli” a discapito del “San Biagio”.
Il motivo sta sostanzialmente nella collocazione geografica. Essendo Verbania più baricentrica intercetterebbe, volente o nolente, i pazienti dell’Ossola che non avrebbero scelta. Al contrario quelli del Verbano-Cusio andrebbero a farsi curare a Borgomanero facendo ridurre ulteriormente i numeri di Domo. “Omegna si trova a 25 km da Borgomanero: perché percorrerne 41 per andare a Domodossola? Una persona di buonsenso non lo farebbe”, scrive il Comitato, che attacca: “Quanto può essere tollerata una situazione così fallimentare?
Il pericolo reale, quindi, non è quello di declassare il Castelli di Verbania a nosocomio di periferia, ma di assegnare al San Biagio un ruolo "spoke" che non potrà mai avere, perché a potenziale rischio chiusura. E qui va detto chiaramente: non perderà solo l'Ossola, ma tutto il Vco, con buona pace dei capipopolo che oggi prefigurano un futuro roseo e scenari irrealistici”.
La soluzione, secondo il Comitato Salute, è quindi declassare Domo e far scendere al lago, oltre al Dea, anche i servizi principali: Punto nascite e Emodinamica. “Ma ve le immaginate le future mamme del sud del territorio, che corrono a partorire a Domodossola? Già oggi il Punto nascite di Domodossola, nonostante il fiume di denaro speso inutilmente per tenerlo aperto, non intercetta nemmeno tutte le future mamme del territorio circostante. È sempre troppo tardi per eliminare questo spreco. Va chiuso subito!”.
Su Emodinamica si parla di “collocazione fuori dalla logica”. “Non siamo noi a dirlo, ma autorevoli esperti del settore. Già oggi può funzionare SOLO due giorni alla settimana, perché manca il personale, mancano i soldi e soprattutto non ci sono pazienti che, come numero di casi trattati, giustifichino l'esistenza del laboratorio. Qui bisogna anche sfatare la leggenda metropolitana sui costi di trasferimento. Non è assolutamente vero che è necessario spendere più di un milione di euro; quanto è costato il trasferimento delle apparecchiature installate a Domodossola? Nero su bianco, alcune decine di migliaia di euro. Una bella differenza! Ma la presenza di "Emodinamica" condiziona seriamente la decisione sul Dea”.
La conclusione, secondo il Comitato Salute, è una scelta scontata. “Se la scelta della Regione sarà tecnica, non potrà che essere questa”, si legge nella nota con quel “se” che sa di polemica e denuncia indirettamente le ingerenze della politica e dei partiti pro Domodossola.