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VERBANIA - 16.02.2019 - Per gli intresi di 260 anni fa,

il Paradiso era un racconto a colori, fatto di cieli azzurri, angeli dalle gote rosa e santi e profeti dalle vesti variopinte. Come il patrono Vittore, il cui martirio nel XVIII secolo il pittore lombardo Francesco Maria Bianchi rese con raffinata maestria negli affreschi del timpano e dell'abside della basilica madre del Verbano. Sono occorsi 4 anni di lavori e un milione e mezzo di euro per restituire la luce e i suoi colori a San Vittore, ne serviranno più o meno altrettanti per completare l'opera sistemando gli esterni e ripulendo le otto cappelle laterali. Sono annerite dai secoli di sporco e fuliggine depositate sui fregi e le pitture. Ma stasera, sapientemente illuminata con un nuovo impianto, la basilica s'è già mostrata in tutta la sua imponenza ai tanti cittadini e alle autorità che hanno preso parte alla messa d'inaugurazione dei restauri celebrata da Franco Giulio Brambilla. Il vescovo ha rimarcato quanto l'arte rappresenti un valore per la comunità, al pari di quello spirito solidale che ha colto ed evidenziato nell'altra inaugurazione della giornata, quella dell'emporio dei legami, sempre a Intra.
La soddisfazione di vedere finalmente l'opera completata per il direttore dei lavori, l'architetto Cesare Vicari che già guarda avanti, a quelle cappelle buie dalle pitture quasi invisibili che così come si presentano oggi ci ricordano com'era il resto della chiesa fino a qualche anno fa: "Ci stiamo lavorando - dice Vicari - stiamo preparando tutte le autorizzazioni. A destra (entrando) le prime tre cappelle presentano pitture ottocentesche sotto le quali non escludiamo possa trovarsi qualcosa di più antico, mentre a sinistra le cappelle presentano tutte pitture del '700". Un dettaglio non proprio secondario: si cercano i fondi.
A.D