VERBANIA – 17.02.2019 – Una relazione “guasta”,
maltrattamenti domestici –anche fisici– subiti, nessuna denuncia ma un processo e una severa condanna. Venerdì è arrivata a definirsi in tribunale con una sentenza di primo grado la vicenda di una coppia che tra il 2016 e il 2017 ha convissuto in un comune del Cusio. All’apparenza non c’erano problemi tra i due, ma i genitori di lei sospettavano che qualcosa non andasse. I sospetti raggiunsero anche le forze dell’ordine, che ricevendo da fonte confidenziale la notizia che lei subiva maltrattamenti, iniziarono a investigare. Fu così che emerse un episodio di aggressione fisica e il referto del Dea per la frattura del setto nasale che ebbe prognosi di trenta giorni. Pur in assenza di una denuncia, l’inchiesta è andata avanti e ha permesso alla Procura di Verbania di rinviare a giudizio il convivente, un ragazzo di 28 anni. Lei era completamente soggiogata da lui – ha detto il pm Anna Maria Rossi nel chiedere la condanna a due anni e mezzo –, mantenendolo col suo lavoro e subendo maltrattamenti senza dir nulla ai genitori. Per la difesa le circostanze vanno lette in maniera opposta e la mancanza di denunce, così come la decisione di non costituirsi parte civile nel processo, sono la prova che il rapporto era di parità e che la ragazza fosse vessata più dai genitori che dal compagno. Il giudice Rosa Maria Fornelli ha ritenuto l’imputato colpevole, condannandolo a due anni.