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fango cinghiale
VOGOGNA-08-09-2015- Fare una caccia selettiva ai cinghiali come avviene da anni nel Parco Valgrande

anche negli altri parchi nazionali, questa la proposta fatta da Enrico Borghi ed Ermete Realacci al ministro Galletti: “La grande proliferazione della fauna selvatica- spiegano i due parlamentari Pd- e in particolare dei cinghiali, che secondo stime Ispra hanno ormai superato il milione di esemplari, sta causando danni ingenti alle colture agricole e anche alcuni gravi incidenti all’uomo. La situazione ha assunto di fatto dimensioni e caratteristiche di una vera e propria emergenza, da superare avendo come bussola la gestione degli equilibri ecologici. In particolare i nostri Parchi Nazionali, che hanno strumenti in più rispetto al resto del territorio per governare questo fenomeno con rigore, sono le istituzioni che meglio si possono candidare ad affrontare il problema in modo serio e scientifico. Sono diversi i Parchi Nazionali che già attuano con successo ed efficacia le linee guida dell’Ispra per la gestione del cinghiale mentre altri, pur avendo a disposizione risorse, le hanno implementate in maniera parziale e insufficiente. Per questo ho presentato insieme al collega Realacci un’interrogazione parlamentare al ministero dell’Ambiente per invitare il Ministro Galletti a nominare un commissario ad acta per affrontare la questione della proliferazione incontrollata dei cinghiali anche in quei Parchi Nazionali che non stanno provvedendo alla gestione del problema, partendo dalla positiva esperienza del Parco Nazionale della Valgrande dove da anni, grazie ad un regolamento varato dall'Ente in accordo coi comuni, si provvede a una caccia selettiva con il coinvolgimento dei cacciatori locali, debitamente formati e affiancati dal Corpo Forestale dello Stato. Questo per ottenere il pieno contributo dei Parchi Nazionali alla risoluzione di un problema che va ben oltre i confini e le competenze degli stessi e che, interessando gran parte del nostro territorio, chiama in causa anche la responsabilità di altri enti ed istituzioni. Come testimoniato anche dal recente allarme di Coldiretti, Cia e Confagricoltura sui danni causati all’agricoltura dalla fauna selvatica, il cinghiale rappresenta la parte preponderante del problema viste le sue caratteristiche, le sue abitudini alimentari e l’assenza di una specie animale antagonista. È bene ricordare, infatti, che negli Anni Sessanta a seguito della loro estinzione e per favorire la caccia, i cinghiali furono reintrodotti in massa con esemplari dei Carpazi, più forti e prolifici, di maggiori dimensioni e conseguentemente con impatto sull'ambiente più alto rispetto ai cinghiali nostrani. Il "modello Valgrande" può fare scuola a livello nazionale, e con questa iniziativa siamo certi il ministro Galletti si arriverà in tal senso”.