VERBANIA – 19.02.2019 – Una pomata utilizzata
con leggerezza senza sapere quali conseguenze avrebbe comportato. È questa la spiegazione con cui l’atleta verbanese Sonia Mazzolini intende chiarire al Tribunale nazionale antidoping le circostanze per le quali, il 20 gennaio scorso, è stata trovata positiva a un controllo antidoping effettuato dal ministero della Salute. Al “Cross Città di Novi Ligure”, una gara minore peraltro nemmeno inserita nel calendario Fidal ma in quello amatoriale del circuito Csain (Centri sportivi aziendali e industriali), la ventunenne atleta del Gav – Gruppo atletica Verbania s’era presentata convalescente da un problema al polpaccio. “Aveva una fiacca – spiega la famiglia – su cui abbiamo applicato una pomata che avevamo in casa. Sul tubetto non c’era alcuna indicazione e, con leggerezza, nessuno s’è premurato di verificare il contenuto”. Le analisi hanno riscontrato la presenza di Clostebol metabolita, un derivato del testosterone inserito nella lista dei prodotti vietati dalla Wada (World antidoping agency).
Quando, finita la gara, i tecnici del ministero si sono presentati per prelevare le urine (a lei, giunta seconda, e alla prima classificata), questi fatti sono stati spiegati a grandi linee, senza produrre documenti, che l’atleta sta raccogliendo e che consegnerà alla Procura nazionale antidoping, insieme a una memoria nel ricorso contro la sospensione cautelare.