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CNR pallanza copia

VERBANIA - 20.02.2019 - Da quattro mesi

senza stipendio. E' la condizione nella quale si trovano una decina ricercatori, i cosiddetti "assegnisti di ricerca" del Cnr di Verbania. La causa? Intoppi burocratici. E mentre dai "piani alti" invitano a pazientare, più di qualcuno si dibatte in grosse difficoltà economiche. Tutto è cominciato lo scorso mese di settembre quando l'Ise (Istituto per gli studi degli ecosistemi la cui sede centrale era, appunto, l'ex idrobiologico di Pallanza) è stato soppresso e assorbito da Irsa, l'Istituto di ricerca sulle acque, organismo dipendente sempre dal Consiglio nazionale delle ricerche, con sede centrale a Bari. Il passaggio ha comportato una sorta di blocco amministrativo, dove anche i fornitori al momento risultano non pagati da svariati mesi. A percepire regolare compenso sono solo i ricercatori "stabilizzati", mentre a Roma qualcosa s'è inceppato nel bilancio dell'Istituto e i circa 60.000 euro degli "assegnisti" sembrerebbero essere stati spesi diversamente, da qui la necessità di ricollocarli a bilancio. Una lettera nei giorni scorsi, firmata per solidarietà anche dai colleghi "stabilizzati" è partita da Pallanza alla volta della presidenza del Cnr. Da Roma l'interessamento è stato assicurato, ma alla decina di ricercatori senza compenso da novembre, non bastano più impegni generici, hanno bisogno dei loro soldi. Tra di loro ci sono persone venute da fuori Verbania che devono mantenersi e pagare l'affitto, ci sono padri e madri di famiglia con mutui e spese da sostenere. Molti hanno ormai esaurito le riserve ed il conto in banca è al rosso. Per scelta -e forse per il timore che il contratto non venga loro rinnovato- questi lavoratori vivono in silenzio la loro difficoltà, continuando a fare quotidianamente il proprio dovere. Il paradosso è che il Cnr -ovvero il più grande ente pubblico dedicato alla ricerca scientifica in Italia- ha le risorse per versare loro il dovuto e solo le pastoie burocratiche impediscono tempi ragionevoli.